ROMA - Modificare il decreto ministeriale dell’agosto 2020 così da “valorizzare l'incontro lavorativo e professionale tra la comunità degli italiani all'estero e l'ecosistema imprenditoriale italiano, come indicato nell'ambito del Patto per l'export". Questa, in sintesi, la richiesta che Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta all’estero, indirizza al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una interrogazione sulle consulenze dei Temporary export manager (Tem). “Il decreto ministeriale n. 3623/1544 del 18 agosto 2020 – scrive Garavini nella premessa – ha stabilito le modalità di erogazione dei voucher per l'internazionalizzazione rivolti alle micro e piccole imprese (MPI) manifatturiere che intendono consolidare o espandere le propria attività sui mercati esteri. Tali voucher, come disposto dal decreto, finanziano le spese sostenute dalle MPI manifatturiere per usufruire di consulenze da parte di Temporary Export Manager (TEM), iscritti nell'apposito elenco del Ministero degli affari esteri, che vantano competenze digitali e che offrono una consulenza manageriale della durata di 12 mesi per le micro e piccole imprese e della durata di 24 mesi per le reti di imprese”. Il decreto, precisa, all’articolo 7 “ha previsto la creazione di un apposito elenco speciale dove possono iscriversi i TEM e le società TEM aventi partita IVA attiva da almeno 2 anni, ed ha altresì esplicitato i requisiti specifici che gli stessi devono possedere ai fini dell'iscrizione; in particolare, al comma 2, viene precisato che, per essere iscritti nel suddetto elenco, è necessario che gli aspiranti TEM abbiano maturato una significativa esperienza in diversi ambiti, tra i quali, a mero titolo esemplificativo, la progettazione e l'organizzazione della rete di distribuzione di prodotti e servizi in nuovi mercati esteri, nonché l'implementazione di strumenti di logistica integrata per distribuzione e approvvigionamenti; inoltre, gli aspiranti TEM devono dimostrare di essere in possesso di almeno due certificazioni sull'utilizzo di strumenti digitali di marketing rilasciate da società private, come Hubspot Academy, Facebook Bluprint, Google SkillShop, e Microsoft Advertising”. “Gli stessi, come stabilito dal comma 4, devono inoltre dimostrare di aver svolto con esito positivo almeno 5 progetti di supporto a processi d'internazionalizzazione d'impresa, tra il 1° gennaio 2017 e la data di presentazione della domanda d'inserimento nell'elenco”, aggiunge Garavini, prima di ricordare che “il medesimo articolo, al comma 6, prevede anche per le società TEM la possibilità di presentare domanda di iscrizione all'elenco purché, al momento della domanda, siano in possesso di una serie di requisiti, tra i quali avere sede legale attiva sul territorio nazionale ed essere iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio territorialmente competente”. Secondo la senatrice, “dalle disposizioni citate appare evidente l'intento del Ministero di ammettere al finanziamento del voucher solo quelle aziende che utilizzeranno, nell'attività di consulenza, i TEM iscritti nell'elenco di cui all'art. 7 del decreto ministeriale; nessuna disposizione, tuttavia, è stata inserita per aspiranti TEM italiani residenti all'estero, oppure per società costituite da italiani all'estero e con sede legale fuori dal territorio nazionale”. I TEM, si legge ancora nella premessa, “sono dei consulenti aziendali con spiccata specializzazione nei processi legati all'internazionalizzazione che, grazie anche alla loro esperienza sui mercati esteri, risultano in grado di supportare le micro e piccole imprese nelle attività legate non solo all'export, ma anche all'import; ad oggi, a differenza di altre professioni, tale attività non presenta alcuna necessità di essere codificata, né dalla legislazione nazionale né da quella europea, soprattutto in ragione dell'eterogeneità dei professionisti che possono svolgerla: infatti, un TEM potrebbe essere un commercialista che ha maturato esperienze nel settore del commercio internazionale o che ha frequentato corsi di formazione continua in diritto commerciale internazionale, oppure un avvocato specializzato in diritto internazionale con esperienze maturate nella contrattazione europea o nei trattati di libero scambio, o ancora un imprenditore o un lavoratore autonomo che ha acquisito significative esperienze maturate in attività di import-export e che magari ha gestito procedure doganali per Paesi emergenti, oppure ha frequentato corsi di marketing digitale gratuiti scevri da necessità di accreditamento”. “L'istituzione di tale elenco, pertanto, - argomenta la parlamentare – si andrebbe a sovrapporre alle molteplici professionalità già esistenti in Italia e all'estero, che sono di per sé già regolamentate da Ordini professionali, che per legge soggiacciono alla vigilanza del Ministero della giustizia e non del Ministero degli affari esteri; alcune associazioni, a tal proposito, hanno sollevato perplessità riguardo all'impossibilità, per le aziende che intendono usufruire del voucher, di scegliere liberamente il proprio export manager, e al contestuale obbligo di scegliere un consulente dall'apposito elenco predisposto, imponendo altresì agli stessi export manager il possesso di requisiti particolarmente selettivi e stringenti”. Garavini, infine, ricorda che “la Commissione europea ha interpellato nei mesi scorsi alcuni Stati membri, ovvero Cipro, Germania, Malta e Slovacchia, al fine di ottenere chiarimenti in merito alla non conformità di alcune disposizioni nazionali con le norme europee in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, ed in particolare, con la direttiva 2005/36/CE, modificata dalla direttiva 2013/55/UE, nonché con gli articoli 49 e 54 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Tali norme agevolano il riconoscimento delle qualifiche professionali nei Paesi dell'Unione, semplificando l'accesso e la prestazione di servizi per i professionisti che intendono prestare i propri servizi in Europa, garantendo al contempo una migliore protezione dei consumatori e dei cittadini”. Alla luce di queste considerazioni, Garavini chiede al Ministro Di Maio “se non ritenga opportuno adottare specifiche iniziative di competenza volte a modificare, con urgenza, il decreto ministeriale analizzato in premessa, eliminando l'obbligatorietà per le micro, piccole e medie imprese di utilizzare il voucher esclusivamente per le consulenze erogate da TEM accreditati nell'elenco, allo scopo non solo di garantire il rispetto delle disposizioni comunitarie in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, ma anche e soprattutto di valorizzare l'incontro lavorativo e professionale tra la comunità degli italiani all'estero e l'ecosistema imprenditoriale italiano, così come indicato dallo stesso Ministro nell'ambito del Patto per l'export". (aise)
26/02/2021
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