Venosa, l’antica Venusia, città natale di Orazio fondata in onore della dea dell’amore Venere, si erge nell'entroterra lucano a testimonianza dei popoli che hanno abitato quelle terre. Dai sanniti ai romani, passando per goti, longobardi, saraceni, bizantini, normanni, svevi, angioini, aragonesi e spagnoli, sono numerose le culture che hanno influenzato Venosa. Attraversare le sue strade è come rivivere la storia, dalla via Appia fino ai saccheggi dei saraceni e alla guerriglia del brigante Crocco che nelle sue abitazioni trovò protezione insieme ai suoi seicento uomini. Lo stesso centro storico è quasi interamente costruito con materiali recuperati dalle architetture civili e religiose romane, trasformando le vie del borgo in un intreccio di strati storici ed architettonici. Numerose le attrazioni del borgo che vale la pena visitare: dal parco Archeologico, dove si trovano terme romane, resti di domus private (come la domus Patrizia del I secolo d.C. detta casa di Orazio) e l'Anfiteatro, alle catacombe ebraiche dagli ipogei scoperti nel 1853; dal sito paleolitico risalente a un intervallo di tempo compreso tra 600mila e 300mila anni fa ai resti del castello longobardo. Su tutto l'abitato svetta il castello aragonese edificato a partire dal 1470 da Pirro del Balzo, con il suo stemma nobiliare che mostra un sole raggiante e le sue quattro torri cilindriche. Da fortezza venne trasformata in dimora signorile dai Gesualdo, in particolare da Carlo, “il prencipe de’ musicii” (come lo definì Torquato Tasso) e da suo figlio Emanuele. Tuttavia, è l'abbazia Incompiuta della Trinità il vero simbolo di Venosa. "Non è facile trovare testimonianze di vita romana, ebraica e normanna tutte stipate in un luogo così piccolo, tenute assieme dalla massiccia ma bella architettura dei benedettini e permeate, allo stesso tempo, da uno spirito mefistofelico di moderna indifferenza", scriveva dell'abbazia Norman Douglas in "Old Calabria" nel 1915. Un fascino che ancora oggi attira i visitatori alla scoperta di una perla imperfetta ma sempre suggestiva. Al suo interno, infatti, coesistono i resti di un tempio romano, la chiesa Vecchia del V secolo e il primo nucleo di un monastero benedettino a opera dei Longobardi, ampliato successivamente dai Normanni. Venosa vanta anche splendidi esempi di edilizia civile: palazzo Calvino, palazzo del Balì (sede dell’ordine religioso dei Cavalieri di Malta), palazzo Dardes, palazzo Lauridia e palazzo Rapolla. Come se non bastasse la varietà di attrazioni storiche, Venosa è anche ricca di piatti tipici della tradizione: olio d’oliva, miele, salumi. E ancora gli strascinati, una pasta fatta in casa con sugo e cacioricotta grattugiato, o le lagane con i ceci, tagliatelle miste a ceci cotti nella caratteristica “pignata”. Per concludere la visita, non resta che assaggiare l'Aglianico del Vulture, vino rosso celebrato già da Orazio, magari leggendo i versi eterni del grande poeta romano.
COME ARRIVARE: L'aeroporto più vicino è quello di Bari. In treno ci sono stazioni nei paesi limitrofi di Barile, Rionero in Vulture, Melfi e Spinazzola. In automobile da nord: autostrada Adriatica A14, uscire allo svincolo di Foggia, prendere la SS 655 Bradanica, Foggia - Matera, ed uscire a Venosa sud; in automobile da sud: autostrada Salerno - Reggio Calabria, uscire a Sicignano e deviare per il raccordo autostradale: Sicignano – Potenza, immettersi sulla S.S. 658 Potenza – Melfi, uscire allo svincolo per Barile-Ginestra-Venosa.
ALTRI LUOGHI DA VISITARE: Suggestive le rovine del Ponte Romano sull'Appia Antica nei pressi di Venosa. Da vedere anche il Parco Archeologico Torre degli Embrici e i borghi di Lavello e Melfi. Spingendosi più lontano, vale la pena vedere le meravigliose Cascate di San Fele.
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