“Nel mondo di oggi il linguaggio è qualcosa di estremamente delicato. Se sia un bene oppure un male, lo lasciamo volentieri al giudizio dei lettori. Quello che è certo è che la sensibilità è decisamente più alta rispetto a un tempo”. Parte da queste riflessioni l’articolo che Umberto Mucci ha pubblicato sul portale wetheitalians.com di cui è ideatore e fondatore. “Gli italoamericani sono sempre stati oggetto di soprannomi e nomignoli che non sono mai stati positivi, affettuosi o amichevoli, come spesso potrebbe capitare se tali fossero le intenzioni di chi li usa”, prosegue Mucci, che ha intervistato Alfonso “Al” Guerriero, autore di un libro uscito da poco che analizza questo tema: “From Fra Angelico to Frankie One Eye: An Examination of Italian American Nicknames and Identity in the 21st century”.
“Un esame dei soprannomi e dell'identità italoamericana nel ventunesimo secolo” è proprio il titolo dell’articolo disponibile on line a questo link. (aise)
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