a colloquio con il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina Luigi Vignali
Attraverso il turismo delle radici gli italiani all’estero potranno scoprire i loro luoghi d’origine con un’accezione culturale nuova intensificando il rapporto con i territori
Dopo un articolato lavoro preparatorio realizzato dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, con la firma di ieri a Roma dell’accordo fra il Ministero degli Esteri e il Ministero della Cultura ha preso il via ufficialmente il progetto “Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19”. Un progetto variegato che si articolerà su vari livelli prevedendo ad esempio bandi per giovani ander 35, la creazione di associazioni temporanee di scopo, nonché la formazione di una nuova classe di consulenti specializzati in turismo delle radici. Per approfondire alcuni aspetti di questa iniziativa abbiamo rivolto qualche domanda, a margine della firma dell’accordo svoltosi al Ministero della Cultura, al Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali.
Il progetto “Il turismo delle radici” si presenta come un’iniziativa di ampio respiro sia per quanto riguarda il numero degli enti coinvolti che dal punto di vista temporale, quali sono le tempistiche del programma?
Questo progetto si sviluppa su base triennale, avremo quindi un 2022 dedicato alla programmazione delle iniziative, mentre il 2023 e il 2024 saranno gli anni della realizzazione delle iniziative. Nel biennio 2023 – 2024 si metteranno in campo tutte le attività di comunicazione, di formazione, di creazione di opportunità e di incontro tra turismo delle radici e territorio. Quindi stiamo parlando di un programma molto articolato, che naturalmente noi vorremmo che continuasse anche in futuro.
Dalla presentazione del progetto, svoltasi giorni fa in modalità online, è emerso l’auspicio che l’anno 2024 venga dedicato al turismo delle radici. Cosa può dire in proposito?
Si, il nostro obiettivo, è far si che il 2024 possa essere dichiarato l’anno del turismo delle radici, ovviamente dobbiamo condividere questi obiettivi anche con altre amministrazioni, quindi non saremo l’unica amministrazione a doverlo decidere, ma se possibile questo sarà l’obiettivo, anche perché nel 2024 tutte le attività vedranno il loro momento più importante, anche dal punto di vista promozionale.
Ovviamente in questa iniziativa i nostri connazionali nel mondo e i loro discendenti rivestono un ruolo centrale. Come coinvolgerete le nostre comunità all’estero in questo programma?
Coinvolgeremo gli italiani all’estero intanto attraverso gli organi preposti alla rappresentanza degli italiani nel mondo, come il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e i Comites che sono stati recentemente rinnovati. Noi vediamo nelle comunità un forte punto di convergenza rispetto al programma del turismo delle radici, nel senso che potranno contribuire a diffonderlo. Attraverso il turismo delle radici si potrà stabilire un nuovo rapporto fra le collettività italiane nel mondo e il paese d’origine. Le comunità degli italiani all’estero potranno scoprire i loro luoghi d’origine con un’accezione culturale nuova intensificando il rapporto con i territori, anche in chiave promozionale. Ne dovrebbe risultare una ricchezza nuova del rapporto fra gli italiani nel mondo e paese d’origine.
Un’ultima domanda, un altro punto importante per l’efficacia del programma è rappresentato dalla sinergia con le regioni, come si sta sviluppando questa collaborazione?
Abbiamo un tavolo tecnico per il turismo delle radici che funziona dal 2018, quindi ormai da più di 3 anni, e che vede i rappresentanti delle regioni coinvolte, che lo seguono con noi, condividere iniziative e anche lo spirito del programma del turismo delle radici. Tra l’altro abbiamo già pubblicato due guide sul turismo delle radici, quindi riferite ai territori, proprio in collaborazione già con 10 regioni italiane. Si tratta quindi di una collaborazione che va avanti ed è strutturata e che contiamo di intensificare in futuro.
(G.M./Inform)
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