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Tbilisi: proseguono gli scavi della missione archeologica a Dmanisi

  • 22 ago 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

TBILISI - Nel panorama delle missioni archeologiche italiane in Georgia, co-finanziate del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, proseguono anche nell’anno in corso le ricerche relative al sito preistorico di Dmanisi, condotte da un gruppo internazionale e multidisciplinare coordinato dal Museo Nazionale della Georgia di Tbilisi con la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze.

Gli scavi di Dmanisi, che con i suoi depositi ci portano indietro nel tempo sino a circa 1,8 milioni di anni fa, hanno restituito le evidenze più antiche della presenza di ominidi fuori dal continente africano. Nel contesto di queste scoperte, il gruppo di ricerca italiano è impegnato a studiare in dettaglio la ricca fauna fossile associata ai resti umani, al fine di ricostruire, con la maggiore precisione possibile, l’ambiente e l’ecosistema di cui facevano parte i nostri antichi antenati, contribuendo così a delinearne le abitudini alimentari e le dinamiche di gruppo.

La componente italiana al progetto, oltre a contribuire al raggiungimento di risultati scientifici riconosciuti dalla comunità internazionale (nei mesi scorsi la pubblicazione di una serie di studi che andranno a confluire in un volume speciale della prestigiosa rivista "Journal of Human Evolution"), porta avanti con impegno la formazione continua del personale locale grazie al lavoro di laboratorio "gomito a gomito" con i colleghi georgiani.

Le ricerche di quest’anno si sono concentrate sullo studio delle collezioni museali relative agli scavi effettuati negli ultimi anni. In particolare è proseguita la digitalizzazione dei resti fossili grazie all’utilizzo di scanner 3D in luce strutturata, una tecnica che consente l’acquisizione tridimensionale di tutti i dati relativi ai reperti e di proseguire poi gli approfondimenti di studio e di musealizzazione e diffusione al grande pubblico grazie all’altissima definizione con la quale i fossili acquisiti possono essere resi accessibili in realtà virtuale.



(aise)

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