UDINE - Il Mosaico è un’arte friulana, un fiore all’occhiello dell’Italia, esportato nel mondo intero e che non appassisce mai. A tal ragione, il Fogolâr Furlan di Lione, ha annunciato in queste ore che il suo membro Giulio Menossi, mosaicista friulano, ha messo la sua firma su un mosaico-capolavoro in Tanzania. Un’opera d’arte friulana per una grande nazione dell’Africa orientale. Giulio è conosciuto nel mondo intero salvo in Friuli. Kenya-Uganda-Tanganika erano tre parole magiche per i friulani di una volta, la nostra gente lavorava sui cantieri di grande importanza come la diga di Kidatu. In questi Paesi africani, divenuti in seguito Tanzania, le maestranze friulane erano sempre presenti, prima che le ditte cinesi prendessero il controllo di quasi tutte le operazioni di costruzioni edili. In Tanzania nel 1968 era presidente “il venerabile”, (quasi santo) Julius Nyerere. Il Vaticano, a proposito della sua santità, deve ancora prendere una decisione, ma, secondo Danilo Vezzio, Presidente del Fogolâr Furlan di Lione, crede che “questo presidente volesse bene agli italiani, prima di buttarsi tra le braccia dei cinesi che realizzarono per lui la linea ferroviaria “la Tanzam”. “Questa Tanzam fa 1860 km, non è di certo la Transiberiana, di oltre 9000 Km in cui i friulani sono stati molto attivi, ma comunque è una ferrovia che ha permesso un grande sviluppo in zone ancora selvagge e questo sviluppo lo si deve a Julius Nyerere “padre della nazione”. In questo momento la Tanzania modernizza la sua rete ferroviaria, per metterla allo scartamento standard si tratta di creare una nuova linea con stazioni high tech, come quella della capitale economica di Dar es Salam”. Giulio Menossi ha realizzato un exploit musivo di altissimo livello, riproducendo in una arditissima prospettiva il ritratto del presidente Julius Nyerere, padre della nazione Tanzania, davanti alla locomotiva che fece entrare nella modernità il suo Paese. Tradurre in mosaico un “cartone” di grande complessità tecnica, è stata una sfida enorme, sono rarissimi i mosaicisti capaci di rendere comprensibile, visibile, con tessere di smalto durissimo. Quest’opera musiva è un “capolavoro tecnico”, secondo Vezzio. Il mosaicista traduce da maestro d’arte, una pittura, un ritratto di cui non è generalmente il creatore, ma qui Giulio ha dovuto utilizzare tutta la sua genialità creativa, perché “non aveva niente in mano”. Giulio è infatti definito come “un maestro d’arte”, che “ha raggiunto la perfezione nel mestiere di mosaicista, a servizio di pittori ma le sue capacità artistiche, creative, sono infinte ed inesplorate”. “Grazie Giulio - ha concluso il Presidente del Fogolar Furlan di Lione - oltre che mosaicista sei un ambasciatore del Friuli”. (aise)
15/02/2021
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