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Shanghai : “Design for fun”, il design italiano al Museum of Art Pudong di Shanghai

SHANGHAI - Si è aperta il 28 settembre scorso, nell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, al Museum of Art Pudong di Shanghai (MAP), la mostra “Design For Fun”, il primo capitolo di una quadrilogia dedicata al design italiano, in programma sino al 5 febbraio 2023. Il progetto è curato per la parte italiana da Enrico Morteo e Maria Vittoria Capitanucci e per parte cinese da Ling Min, con il supporto del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura a Shanghai e l’organizzazione di MondoMostre.

Nel più importante museo di Shanghai, aperto nel 2019 su progetto di Jean Nouvel, “Design for Fun” presenta oltre 200 pezzi disegnati da oltre 80 tra i creativi che hanno fatto la storia del design italiano, riflettendo su come, in modo gioioso e proattivo, la creatività italiana abbia sfidato le convenzioni e le norme accettate nel mondo del design, dissolvendo gli stereotipi e creato prodotti completamente nuovi per affrontare le sfide di una vita contemporanea in rapido cambiamento.

Quando, alla fine degli anni ’50, l’Italia raggiunse con qualche ritardo un’autentica modernità, il design non si incaricò solo di disegnare oggetti pratici e funzionali, ma anche di soddisfare nuove necessità e mutati bisogni. Come un bambino pronto a misurare il mondo dei grandi, il design italiano si avvicinò alle esigenze dell’industria, ai temi del grande numero, alle sfide della tecnologia, alle nuove dimensioni del consumo, adottando anche le strategie del gioco. Per creare oggetti utili, per dare risposte o risolvere problemi concreti, ma anche per interrogare il mondo, per capirne le regole ed esplorarne i limiti, proprio come un bambino.

Ecco allora oggetti esagerati, troppo grandi o troppo colorati, oggetti ironici o oggetti onirici. Campo libero alla metafora, alla similitudine e all’iperbole. Oggetti che sono macchinari in miniatura, oggetti antropomorfi, oggetti che sono troppo grassi o sottili come un filo. Non oggetti che rifiutano le regole, ma oggetti che cercano nuove norme.

Di fronte a una modernità in continua accelerazione, il design italiano si è interrogato su quale dovesse o potesse essere la forma di un futuro imminente. Non solo l'applicazione diligente di nuove tecniche o nuovi materiali, quanto l’investigazione di forme adeguate al mutare dei comportamenti individuali e collettivi. Il design italiano ha saputo così sparigliare le carte, ridere delle proprie illusioni, avvicinare l’utopia, azzardare aperture di credito verso nuovi scenari culturali, reinventare i sistemi produttivi e stupire il nuovo mercato globale con un eccesso di ironia, fantasia e bellezza.

“Design for Fun” non è solo il laboratorio di una società giovane e ottimista, allegra e curiosa. È una bottega in cui imparare a giocare. Con ironia e con serietà, con rigore e con una risata, mettendo insieme eleganza e ribellione, definendo limiti e tracciando nuove norme.

La mostra, allestita al museo di Shanghai da Aldo Cibic, uno dei protagonisti del design italiano, con la collaborazione di Joseph De Jardin, è essa stessa un’esperienza di colori e forme del design. Con una selezione di oltre 200 pezzi, da oltre 80 tra i più grandi creativi italiani, la mostra è una galleria di pezzi iconici - per citare solo qualche nome - di Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Antonio Citterio, Barnaba Fornasetti, Carlo e Tobia Scarpa, Aldo Cibic, Cleto Munari, Enzo Mari, Gae Aulenti, Piero Castiglioni, Gaetano Pesce, Joe Colombo, Vico Magistretti, Michele De Lucchi, ma anche di designer internazionali che hanno partecipato all’avventura produttiva del sistema Italia come Philippe Starck o Nathalie Du Pasquier.

Divisa in 13 sezioni, “Design for Fun” offre uno sguardo sul design italiano moderno, indaga le pulsioni verso un design più impulsivo e meno strutturato, guarda all’uso stravagante di materiali, combinazioni di colori e illuminazione, e alla profonda espansione in termini di ricerche estetiche e artigianalità nella manipolazione dei materiali da parte della creatività italiana. Una creatività attenta al significato più profondo del design legato alla vita quotidiana: nei giochi, nello sport, nel cibo, nella casa o nella socializzazione ma che suggerisce anche una certa spiritualità nel design di gioielli o maschere.

Nell’allestimento immaginato a Shanghai da Cibic Workshop, la mostra ripropone con sguardo ironico, spiazzante e divertente l’avventura del progetto italiano, iniziando ad affrontare la complessità del fenomeno italiano del design, che non può essere ridotta a un’unica esposizione, essendo Design for Fun solo la prima di una quadrilogia, ricca di tre altre pagine da rivelare nei prossimi tre anni: Rebel Design, Design for Future e Design for Elegance.

Esposizioni corali, che raccontino al grande pubblico cinese quell’enorme varietà di visionari italiani (imprenditori, aziende, designer…) che ha fatto grande la storia del design. Una narrazione ampia che coinvolga il pubblico parlando di noi, della nostra capacità di essere sempre contemporanei, alcune volte anche futuristi.

Quattro mostre che, parlando di oggetti, raccontano e rivelano in verità l’identità italiana contemporanea.

LE SEZIONI

1. La gioiosa tragedia del vivere

Negli anni ‘80, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini e un gruppo di designer italiani abbandonano un pensiero del tutto ottimista e positivo sul futuro del progresso, affrontando un futuro di incertezze con il gusto della sfida. Se niente è più sicuro, tutto deve essere più intenso ed emozionante.

2. Vedere, essere visti

Luce non solo come premessa necessaria per la visione, ma anche un punto di energia che supera l’oscurità, o un segnale che si distacca dall'oscurità. Nel design italiano le lampade non servono solo per illuminare, sono oggetti luminosi che abitano uno specifico paesaggio.

3. Oggetti teorici

Affidarsi a una teoria può essere una sfida affascinante. Lasciarlo essere un principio, un presupposto, una formula matematica che dà forma a un oggetto può diventare un processo che si avvicina alla creazione.

4. Fragile ma eterna

Apparentemente fragile ma capace di sopravvivere per millenni, la ceramica serve sia agli scopi quotidiani più umili che alle cerimonie più sontuose. La ceramica è la terra stessa, su cui poggiano i nostri passi e da cui si staccano i nostri desideri, pronti ad accogliere le nostre abitudini, a dare forma ai nostri idoli, ad accogliere un mazzo di fiori.

5. La forma morbida

L’emergere di modi di vivere più dinamici e veloci cambia la struttura stessa della casa tradizionale e gli oggetti che la popolano. Questo è l’inizio di un atteggiamento più informale, che si riflette in comportamenti più liberi e casuali. Oggetti morbidi per una vita più comoda, libera e rilassata.

6. Intrappolare la luce nel colore

Materiale magico, l’unico che la luce può abitare e trasformare. Quando passa attraverso il vetro, la luce lo eccita, lo accende, lo svela. Il vetro viene lavorato nell'isola veneziana di Murano da oltre mille anni: qui sono custodite ricette segrete per donare al vetro tutti i colori dell'arcobaleno.

7. Semplicità come ornamento

I gioielli sono le gioie degli occhi, piccoli premi che celebrano la vita e la fortuna. Un gioiello è un accento posto sulla pelle, un segno che guida lo sguardo, una variabile che vive del movimento del corpo. Togliere forma per lasciare alla geometria il piacere di disegnare le linee più semplici. Il design italiano ha reso il gioiello un compagno più che un trofeo.

8. Una seconda natura

Il legno è forse il più antico dei materiali artificiali. Docile e malleabile, il legno può assumere forme più svariate; legato a un pensiero moderno e razionale, può rivelare un'identità nuova, sobria e misurata. Forme nette, curve precise, piccole sezioni. Nel design italiano il legno scrive ogni giorno nuove parole con un linguaggio antico.

9. Giocare seriamente

La frivolezza del gioco è solo apparenza, perché in realtà il gioco nasconde i meccanismi che regolano la vita sociale e relazionale degli adulti; game è una piacevole simulazione del mondo degli adulti, in maniera più colorata, esagerata, deformata. Ma giocare non è solo per bambini come ci mostra il design italiano!

10. A prova di futuro

Velocità e comfort riassumono perfettamente gli effetti dirompenti della modernità italiana, e trovano la loro migliore rappresentazione nella diffusione di oggetti in plastica leggeri, colorati e resistenti. L’improvvisa disponibilità del colore, ha funzionato come un detonatore del design italiano, e ancora oggi risuona in una visione più etica del futuro.

11. Rituali quotidiani

Mangiare, bere, respirare, dormire: gesti primari che racchiudono la possibilità stessa della vita, azioni elementari che uniscono l’uomo al destino di tutti gli esseri viventi. Di tutte le attività elementari, il mangiare ha soprattutto conservato e anzi consolidato il proprio ruolo sociale e conviviale. Possiamo essere distratti oppure possiamo pensare al cibo come a un piccolo, prezioso, consapevole rituale quotidiano.

12. Il volto e l’anima

Poche cose ci fanno più paura di essere immersi in una natura indistinta e selvaggia. La civiltà consiste proprio nel definire il nostro spazio e il nostro tempo all'interno del continuum della natura, luoghi che ci appartengono e che ci proteggono dal caos e dall’ignoto. Si pensa che le maschere servano a coprire, ma nel design italiano la maschera nasconde il volto per rivelare l'anima.

13. Design nomade

La casa contemporanea è aperta alle trasformazioni più diverse. Non una scena fissa, ma un paesaggio in movimento, dinamico e modificabile. Il design italiano risponde a questa vocazione nomade con una serie di oggetti leggeri, mobili, pieghevoli, pronti a adattarsi allo spazio, ma altrettanto velocemente pronti a lasciarlo vuoto e sgombro.

(aise)

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