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Save Italian at Flinders University


Save Italian at Flinders University”: è questo lo slogan della petizione lanciata dalla comunità italiana nel South Australia dopo l’annuncio da parte della Flinders University di Adelaide di sospendere i corsi di italiano, proprio nell’anno in cui si celebrano i 50 anni del Dipartimento di Italianistica.

La petizione, promossa su Change.org dal Comites South Australia e rivolta a Colin Stirling, vice cancelliere e presidente della Flinders University, ha sinora raccolto quasi 2.900 sottoscrizioni, “ma non ci fermeremo”, assicurano i promotori, “abbiamo bisogno di più firme per avere un impatto reale” sulla decisione dell’Ateneo “e, data la dimensione della comunità italiana in South Australia, possiamo raggiungere questo obiettivo”.

Sulla questione ha presentato anche una interrogazione parlamentare il senatore IV Nicola Carè, eletto proprio in Australia.

Chi volesse sottoscrivere la petizione può farlo a questo link.

La Flinders University ha deciso di chiudere i corsi di Italian Studies “a causa del basso numero di studenti“, ma attraverso la petizione si chiede di rivedere questa decisione in base non solo al fatto che oltre 1 milione di cittadini australiani abbiano origini italiane e che oltre 160.000 cittadini italiani vivano in Australia, ma anche che l'italiano è, dopo l’inglese, la lingua più parlata nelle case del South Australia (in base al censimento 2016 si parla di 29.106 persone) e l’abolizione dei corsi provocherebbe reazioni negative all'interno della comunità; senza contare che l'italiano è la quarta lingua più studiata al mondo.

Inoltre, argomenta la petizione, non si può non considerare che l'Italia è uno dei principali partner commerciali dell'Australia. Il commercio bilaterale di beni e servizi tra Australia e Italia è valutato in 11,1 miliardi di dollari (383 milioni di dollari nell'Australia meridionale. Fonte: DFAT 2020). L'Italia è una preziosa fonte di investimenti diretti esteri in Australia, per un totale di 4,5 miliardi dollari australiani nel 2020 (fonte: infomercatiesteri.it 2021); 217 aziende italiane hanno una presenza diretta e stabile in Australia (Italian Trade Agency 2021) e le aziende australiane hanno importanti progetti in corso di sviluppo in Italia, come nel caso di Lendlease che nell'area ex Expo di Milano ha ottenuto. Una concessione di 99 anni per un progetto a emissioni zero, il più grande al di fuori dell'Australia su scala globale.

Guardando in particolare al South Australia, diverse aziende italiane hanno stabilito operazioni commerciali nello Stato australiano in settori ad alta tecnologia in crescita come l'industria aerospaziale (Leonardo, SITAEL), la domotica (Nizza) e le energie rinnovabili (Enel).

C’è poi da considerare, continua la petizione, che la sanità e l'assistenza agli anziani sono settori in cui c'è urgente bisogno di personale che parli la lingua italiana. “Un'assistenza culturalmente adeguata è cruciale in questi settori sensibili dove è ampiamente riconosciuto che la qualità del servizio deve migliorare”.

Secondo il Comites la comunità italiana, che già supportò la nascita del Dipartimento di Italian Studies alla Flinders, potrebbe in vari modi continuare a sostenerlo, forte dei circa 31.000 studenti di italiano registrati nel 2020 nelle scuole primarie e secondarie del Sud Australia. Ad esempio, suggerisce la petizione, si potrebbero promuovere partenariati più stretti tra università, scuole e imprese italiane.

Per il Comites, inoltre, la motivazione addotta alla chiusura ovvero il “basso numero di studenti” sarebbe “un'interpretazione parziale e fuorviante dei fatti”, poiché “circa 120 studenti sono stati iscritti ai corsi di Lingua e Cultura italiana nel primo semestre e circa 80 sono iscritti nel secondo semestre quest'anno, direttamente o trasversalmente. Molti di questi sono già laureati in altre discipline (Education, Business, International Studies, Law e discipline STEM), quindi lo studio dell’italiano darebbe “un forte contributo per aumentare le competenze interdisciplinari e l'occupabilità dei futuri laureati”.

Il Comites lamenta che il Dipartimento di Italian Studies sia l’unico per cui sia stata proposta la chiusura e ciò nonostante negli ultimi 10 anni la Fondazione filantropica Cassamarca abbia contribuito con oltre 200.000 dollari australiani per sostenere l'insegnamento e la ricerca in Italianistica alla Flinders University, che pure gode del regolare sostegno finanziario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano.

“L'abbandono di una lingua straniera in un istituto di istruzione superiore è una grave perdita per una società orgogliosamente multiculturale come l'Australia”, chiosa il Comites, non senza aver prima evidenziato quanto la proposta di eliminare l'italiano alla Flinders University nel 50° anniversario della sua fondazione, nel 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri e a ridosso della XXI Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (18-24 ottobre) dimostri “una profonda mancanza di rispetto” nei confronti della comunità italiana in generale. (r.a.\aise)

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