- “La nostra associazione onlus, il Roma Club Gerusalemme, sin dalla sua nascita ha fatto del proprio slogan “Sport Senza Frontiere” un principio alla base delle proprie attività”. Come spiega Samuele Giannetti dello stesso Roma Club, “il significato di questo slogan è che la passione e il tifo per la nostra squadra di calcio, la Roma, vanno oltre ogni confine o limite geografico. Ma un secondo concetto è che lo sport non conosce differenze tra le persone: tutti possono giocare e competere insieme, indipendentemente dal colore della pelle, dal sesso, dall’origine, dall’opinione politica o dalla religione. Lo sport va oltre ogni frontiera ed elimina le barriere. È una sfida che ha lo scopo di includere le persone e non escludere e separare”.
“In quasi 20 anni di gestione della nostra scuola calcio”, prosegue Giannetti, “abbiamo fatto in modo che questo slogan fosse mantenuto attraverso la condivisione tra bambini, ragazze e ragazzi, ebrei, musulmani, cristiani, israeliani e arabi. Ci siamo presi cura di tutti i bambini che venivano da noi e ci siamo presi cura anche di altri bambini che non sono qui, non a Gerusalemme e nemmeno in Israele. Qualche settimana fa abbiamo inviato tre pacchi (circa 80 kg) di attrezzatura non nuova ma in ottime condizioni. Attrezzatura usata durante i nostri allenamenti, per gli allenatori, tute da gioco, maglie, pantaloncini che abbiamo raccolto dai bambini negli anni passati (abiti piccoli o non più adatti)”.
L’associazione ha inviato l’attrezzatura in Ghana, in Africa, per un progetto chiamato “Ten Project”. Spiega ancora Giannetti, “in Ghana c’è un gruppo di israeliani che aiutano e stimolano i bambini africani, insegnano loro cose nuove e danno loro strumenti per una vita diversa che non conoscono, affinché comincino a credere in se stessi e trovino la forza affinché abbiano una realtà diversa e un futuro diverso”. (aise)
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