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ROMA - È ripreso in Commissione Affari esteri della Camera – che da ieri annovera tra i suoi membri anche Enrico Letta (Pd) – l’esame delle proposte di legge sulla riforma dei Comites. Come ricordato dal presidente Fassino, l’esame era iniziato in luglio (nota in fondo pagina) , quando il relatore Battilocchio (Fi) aveva illustrato la proposta di legge presentata da Ungaro (Iv) e il testo presentato dal Governo. Istituito il Comitato ristretto, alla Commissione sono state assegnate altre tre proposte di legge: quella del Pd, a prima firma Quartapelle, quella di Nissoli di Forza Italia e, infine, quella di Siragusa (Misto). Ieri, dunque, alla presenza della vice ministra Sereni, Battilocchio ha illustrato le proposte di Pd e Fi. Nella prima, ha elencato il relatore, si elimina l’opzione inversa per votare e si prevede un Comites nelle circoscrizioni con più di 10mila connazionali, invece degli attuali tremila. Vengono ridefiniti i pareri, obbligatori ma non vincolanti, e si prevede che il Comites monitori l'attività dei mezzi di comunicazione che avanzano richiesta di contributi pubblici e dialoghi, unitamente con l'autorità consolare, con i patronati operanti nella circoscrizione. I componenti del Comites diventerebbero 11 fino a 100 mila abitanti, 17 oltre tale soglia. Il testo a prima firma Nissoli, ha proseguito Battilocchio, “muove esplicitamente dalla proposta di riforma elaborata dal Cgie”. I Comites sarebbero istituiti laddove risiedano 3mila italiani, così com’è ora, e verrebbe eliminata l’opzione inversa per la loro elezione. Quanto al Cgie “si opta per la conservazione della componente di nomina governativa e dell'elezione di secondo grado dei consiglieri”. Per la nomina dei consiglieri eletti all'estero si propone di “rivedere la tabella delle assegnazioni in base non soltanto alle iscrizioni all'AIRE, ma anche alla consistenza numerica accertata delle comunità di italo-discendenti e alle dimensioni territoriali”; per quelli di nomina governativa “si deve prevedere che essi siano scelti fra soggetti residenti in Italia, per rispondere alla doppia esigenza di mantenere sia il rapporto diretto del CGIE con la sede centrale delle categorie di appartenenza che il dialogo con gli interlocutori del CGIE nei periodi in cui il Consiglio non si riunisce a Roma”. La proposta di Siragusa – l’unica che mantiene l’opzione – “interviene in modo mirato su questioni concernenti la pubblicizzazione e la trasparenza dei lavori e delle attività dei Comitati, nonché il tema dell'innovazione tecnologica”. I consolati dovrebbero pubblicare sul loro sito web una pagina dedicata al Comites della circoscrizione con tutti gli atti, i bilanci e i progetti approvati. Sul sito della Farnesina, invece, andrebbero pubblicati i progetti finanziati dal Maeci ogni anno. Gli elettori potrebbero scegliere di votare per posta o online. Quanto alla istituzione, il Comites nascerebbe solo nelle circoscrizioni con più di 10mila italiani. È quindi iniziato un breve dibattito, durante il quale Siragusa (Misto) ha proposto di avviare un breve ciclo di audizioni, a cominciare da quella del Direttore generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie; proposta bocciata da Ungaro (Iv), secondo cui, viste le “numerose similitudini” tra le proposte, le audizioni allungherebbero solo l’iter della riforma. Sì alle audizioni, ma in tempi stretti, per Quartapelle (Pd) che ha proposto di concentrarle tutte in un giorno. Proposta, questa, avallata da Fassino. Sereni, dal canto suo, si è riservata di intervenire non appena sarà predisposto il testo unificato delle proposte di legge. (aise)
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Con l’assegnazione della proposta di legge firmata da Massimo Ungaro e Gennaro Migliore (Iv), nella Commissione Affari esteri della Camera è iniziato ieri l’esame della tanto attesa riforma dei Comites. Relatore dei provvedimenti in Commissione sarà Alessandro Battilocchio (FI) che ieri, alla presenza del sottosegretario Benedetto Della Vedova, ha ampiamente illustrato il testo di Ungaro non prima di aver citato l’aumento esponenziale degli iscritti all’Aire e la riduzione del numero dei parlamentari che sarà applicata dalle prossime elezioni, per poi ripercorrere gli anni – e le conferenze per l’emigrazione – che portarono all’istituzione prima dei Comites e poi del Cgie. La proposta di legge di Ungaro, ha detto Battilocchio, “mira a recepire alcune raccomandazioni espresse dal Consiglio generale degli italiani all'estero, ridefinendo le funzioni attribuite nonché la composizione dei Comites, facilitando l'utilizzo delle nuove tecnologie e promuovendo la partecipazione alle attività e al voto dei Comitati da parte dei cittadini italiani residenti all'estero. In particolare, viene abolita la cosiddetta “inversione dell'opzione”, ovvero la pre-registrazione degli elettori, una procedura che aveva portato al crollo della partecipazione alle ultime elezioni del 2015 – e che premia le realtà più attive e connesse con la propria comunità –, con l'obiettivo di permettere ai COMITES di servire ancora meglio le comunità che rappresentano”. 29 gli articoli che compongono il testo cui è stato abbinato ieri l’esame della proposta di legge del Governo, recante “Modifica all'articolo 3 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, in materia di rendiconti consuntivi dei Comitati degli italiani all'estero, risultante dallo stralcio deliberato il 20 novembre 2020, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, dell'articolo 117 del disegno di legge C. 2790 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”. Il relatore ha quindi auspicato che “il lavoro della Commissione contempli un limitato ciclo istruttorio così da acquisire elementi utili alla stesura di un testo unificato delle proposte in esame, da definire anche nella sede di un comitato ristretto, tenendo conto delle ulteriori proposte di legge che vertono sulla stessa materia in corso di presentazione e di assegnazione”. |
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