“Il momento è arrivato, adesso senza Pass non si passa! Quindi è così, lo ha deciso il Consiglio federale, senza il certificato Covid non si può godere della ‘libertà’ concessa a chi invece ha scelto di farsi vaccinare o chi è in possesso di tampone negativo. Da oggi, (13 settembre, ndr) in tutta la Svizzera, infatti, si può consumare al bar o al ristorante comodamente seduti nelle sale interne, solamente con il certificato Covid. E lo stesso vale per musei, biblioteche, zoo, palestre, piscine coperte, parchi acquatici, sale da biliardo, ma anche teatri, cinema, manifestazioni sportive e via dicendo. Però sarà permesso partecipare alle manifestazioni all’aperto – udite, udite! – senza l’uso della mascherina, una delle misure di protezione più odiate. Ok, ma anche in questo caso bisogna averci il pass”.
Parte da queste considerazioni l’editoriale pubblicato su “La Pagina”, giornale online con sede a Zurigo e diretto da Manuela Salamone che si rivolge in modo particolare a tutti gli italiani e gli italofoni che vivono nella Confederazione Elvetica.
“100 franchi di multa chi vi partecipa e non ha pass, mentre tutti i locali che non controlleranno potrebbero rischiare anche la chiusura. Stiamo esagerando? Per molti sì e per questo la settimana scorsa in Svizzera gli oppositori alla gestione governativa dell’emergenza Covid sono scesi in piazza per dire ‘NO’ – si legge -.
Mercoledì scorso, per esempio, a Berna circa un migliaio di persone si è riunito per manifestare contro l’estensione dell’uso del certificato Covid.
Tutto si è svolto nella calma, anche se l’evento era ‘spontaneo’ e quindi senza autorizzazione.
Una nuova manifestazione si è avuta poi giovedì, sempre a Berna, sempre con la stessa prassi e la stessa civiltà da parte dei manifestanti”.
Non proprio come in Italia, dove invece i cosiddetti “no vax” e “no pass” si organizzano differentemente: come viene osservato nell’editoriale,
“sono ‘guerrieri’ e pronti a scatenare l’inferno pur di avvalorare le proprie ragioni. Si armano addirittura con veri e propri arsenali contro ‘tutti i criminali della dittatura’ per agire con violenza ai provvedimenti che il Governo ha messo in atto contro il Covid.
Si stavano organizzando attraverso delle chat e progettavano azioni feroci durante le manifestazioni, tanto che alcuni si erano perfino procurati delle armi per ‘fare fuori’ i giornalisti, ‘i primi da colpire’, e poi passare ai politici, ‘radendo al suolo’ il Parlamento ‘con tutti dentro’.
Ci sono tanti modi per dissentire, alcuni sono giusti e altri – quelli violenti – sono uno dei più grandi problemi dell’essere umano che, in questo modo, non potrà mai trovare le ragioni per le quali lotta”.
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