PARIGI – Giurista di formazione, impiegato presso Einaudi e FIAT, Giorgio Ceriani Sebregondi (1916-1958) fu anche partigiano, insegnante e sociologo.
In occasione della pubblicazione della nuova edizione del suo libro “Sullo sviluppo della società italiana” (Donzelli Editore, 2021), Filiberto Ceriani Sebregondi, ex ambasciatore dell’UE, discuterà all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi con Giuseppe De Rita, presidente del Centro Studi Investimenti Sociali, e Yves Berthelot, ex vicesegretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. L’incontro si terrà il 4 ottobre alle ore 19. Ingresso libero previa prenotazione :modulo sul sito iicparigi.esteri.it .
“Gli scritti di Giorgio Ceriani Sebregondi raccolti nel volume rivelano – si legge nelle note dell’editore – tutta la ricchezza intellettuale e la forza del pensiero di uno dei più grandi esponenti della cultura italiana del Novecento. Esperto di politica economica e di questioni sociali, Sebregondi ha introdotto per primo in Italia la cultura internazionale dello sviluppo. In questi testi (che coprono il periodo della produzione più matura di Sebregondi, dal 1949 alla morte) l’attualità della sua riflessione scaturisce da un’irrinunciabile verità: lo sviluppo non è un concetto ma un processo complesso, che si dirama lungo tre direttrici fondamentali: l’attenzione agli aspetti sociologici, lo studio delle specifiche realtà del territorio, storicamente determinate (e ciò significa, per il Mezzogiorno, tenere conto di un’identità articolata e differenziata), e la valorizzazione dei soggetti protagonisti (tra iniziativa privata e iniziativa pubblica Sebregondi sceglie la strada più difficile e lunga, quella dell’iniziativa sociale, perché solo un’iniziati-va sociale dal basso può avere carica di soggetto attivo dello sviluppo). L’esigenza di ancorare gli interventi al territorio si coniuga inoltre alla necessità di legare lo sviluppo delle realtà locali a una più organica politica economica del paese e di inquadrare l’intero processo all’interno dell’espansione economica sia dell’Europa sia dei paesi sottosviluppati, soprattutto quelli mediterranei. La strada per lo sviluppo indicata da Sebregondi è in sostanza quella di un metodo: accompagnare i diversi soggetti sociali in un paziente lavoro di crescita, e praticare quindi un lavoro «tecnico-politico» insieme, scelta oggi scartata dalla banale contrapposizione fra tecnici e politici. Come scrive Giuseppe De Rita, «nella concezione sebregondiana dello sviluppo non ci sono certezze, ma c’è l’impegno collettivo a continuare a crescere in coscienza e dinamica collettiva; non c’è la definizione di un traguardo, ma la responsabilità di camminare collettivamente nella storia, giorno dopo giorno. Perché fare sviluppo significa gestire una storia collettiva»”.
Giorgio Ceriani Sebregondi (1916-1958), giurista di formazione presso l’Università di Milano, alpino durante la guerra, partigiano della Sinistra cristiana e componente del Cln lombardo, lavorò presso l’Einaudi di Roma, la Fiat di Torino, l’Ansaldo di Genova, l’Iri e la Svimez. Ebbe esperienze di docenza presso l’Università Cattolica di Milano, il Cepas e l’innovativo Centro di preparazione politico-amministrativa. L’impegno romano nella Svimez, specie nella Sezione sociologica istituita nel 1951, è quello che più degli altri lo porterà a riflettere sui temi del divario Nord-Sud e del sottosviluppo. (
Inform)
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