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Parigi : GRIM 2023: ”La ricerca italiana. Sostenibilità energetica: una sfida per il futuro"

PARIGI - In occasione delle celebrazioni della Giornata della Ricerca Italiana del Mondo 2023 l’Ambasciata d’Italia a Parigi, in collaborazione con RéCIF e ANRT, ha organizzato un evento volto a valorizzare il contributo dei ricercatori e degli enti di ricerca italiani sulle tematiche dell’energia sostenibile e sulle potenzialità delle collaborazioni bilaterali. ”La ricerca italiana. Sostenibilità energetica: una sfida per il futuro” il titolo della conferenza, che si terrà il 13 aprile a partire dalle ore 17 in Ambasciata e sarà aperta dai saluti dell’addetto scientifico Marco Borra, dell’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro e di Rossana de Angelis, presidente del Réseau des Chercheurs Italiens en France.

Introdurrà poi il dibattito Paolo Franki, a capo della Renewable Energy Division presso la IEA International Energy Agency, con un intervento su “Sostenibilità energetica, prospettiva internazionale”. Seguiranno i contributi dei relatori: Francesca Zarri (ENI) su “Sostenibilità energetica, prospettiva italiana”; Jaques Sacreste (EDF) su “Carbon neutrality 2050 in France: challenges and levers to achieve it from EDF's perspective”; Fabio Miletto Granozio, direttore Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi del CNR-SPIN, su “Applications of superconductivity in an energetically sustainable society”; Francesco Volpe, fondatore della start up francese Renaissance Fusion, “Team e visione internazionale per realizzare la fusione nucleare in tempo e contribuire alla sostenibilità energetica”; ed Elisabeth Rizzotti, NEWCLEO Chief Operating officer e managing director Italy, su “Fissione nucleare al servizio della sostenibilità energetica, di quarta generazione e Small Modular Reactors”.

La crisi energetica globale scatenata dalla guerra in Ucraina ha drammaticamente aumentato le preoccupazioni sulla sicurezza, sulla sostenibilità energetica e sull'impatto inflazionistico dell'aumento dei prezzi dell'energia sulle economie mondiali. La crisi climatica, inoltre, sta cambiando la struttura delle rivalità: l’energia è al centro del confronto geopolitico e la conseguente crisi energetica attuale dovrebbe stimolare il nostro Paese e l’Europa a uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili, ma la direzione non è sempre condivisa da tutti i Paesi membri. Gli Obiettivi dell’Agenda 2030 su energie rinnovabili e risparmio energetico non sono ancora riconosciuti come l’unica strada percorribile per uno sviluppo sostenibile (Rapporto ASviS 2022), e l’inserimento del gas e dell’energia nucleare nella tassonomia green ha aperto altri fronti di dibattito sul tema della transizione energetica. Il cambiamento climatico è sempre più identificato come la sfida decisiva del nostro tempo. Se non ben gestito, le sue conseguenze negative rischiano di alterare irreversibilmente le condizioni di vita del pianeta e delle specie che lo abitano, mettendone addirittura in pericolo la sopravvivenza. La lotta ai cambiamenti climatici e il raggiungimento di una transizione energetica pulita ed equa, necessaria a limitarne gli effetti, sono comunemente considerati tra gli obiettivi più urgenti per il XXI secolo.

La trasformazione del sistema energetico costituisce un aspetto fondamentale per il raggiungimento della neutralità climatica. Essa corre lungo due binari interconnessi: da un lato, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle reti intelligenti digitalizzate; dall'altro, l'elettrificazione dei consumi energetici. La transizione energetica e ambientale rappresenta inoltre un punto di svolta per la configurazione delle alleanze industriali e commerciali a livello internazionale. Il livello di cambiamento che tale rivoluzione porterà negli equilibri economici internazionali è ancora di difficile definizione ma segnerà, in particolare per i paesi industrializzati, una decisa riduzione della dipendenza da fonti fossili esterne. Tuttavia, la “storica” dipendenza potrebbe essere sostituita da una nuova necessità di approvvigionamento, come sta dimostrando l’aumento della richiesta di terre e metalli rari necessari alla produzione di auto elettriche, turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e tutte le nuove applicazioni utili ad assicurare una transizione verde dell’economia e della società. La trasformazione delle economie e delle società verso il paradigma delle emissioni nette-zero è dunque un aspetto fondamentale sul quale si gioca anche una partita geo-politica e geo-economica. Raggiungere tale obiettivo richiede ingenti investimenti per la riconversione delle infrastrutture, dei sistemi industriali e della mobilità, ma permette anche di conseguire un vantaggio industriale e tecnologico sui principali competitor, con benefici sulle prospettive di crescita di lungo termine. Per uno stato investire in ricerca nelle tecnologie a basse emissioni e nei relativi settori industriali, oltre che contribuire alla definizione delle regole e degli standard che regolano il cambiamento climatico, è diventato un aspetto di fondamentale rilevanza strategica per il futuro anche sul piano geo-economico e geopolitico.



(aise)

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