SANTIAGO - L’Ambasciata d’Italia in Cile insieme all’Agenzia ICE ha commissionato uno studio di mercato sulla domanda di beni e servizi per l’automazione nei principali settori produttivi cileni e sul suo rapporto con la corrispondente offerta di prodotti del Made in Italy. (studio di mercato per crescere in Cile).
Dallo studio di mercato è emerso che il settore piú importante é il minerario, che genera un decimo del reddito del Cile e piú della metá dell’export.
Il rame e il litio sono le risorse chiave del Paese. Si tratta di un settore con un enorme potenziale di crescita nell’attuale transizione ecologica: attualmente il 59% del rame prodotto in Cile viene utilizzato per la conduttività elettrica e la domanda aumenterà sempre più col graduale passaggio all’elettromobilità (un’auto elettrica consuma quasi 4 volte più rame di un veicolo convenzionale).
Nel settore si prevede un flusso di investimenti per il 2021-2023 di ben 23,3 miliardi di dollari e di un aumento del 20% della produzione di rame entro il 2030, al netto del fatto che il Cile possiede il 23% delle riserve mondiali di rame.
Ambasciata e Ice sottolineano, quindi, che le opportunità per gli esportatori italiani del comparto automazione sono cospicue in relazione a miglioramenti in termini di sicurezza, produttività, costi e tutela dell’ambiente; così come in relazione a tecnologie di miglioramento nella fusione e raffinazione, idrometallurgia, raffinazione, macchinari e strumenti per la costruzione, il recupero di parti e il controllo industriale.
Ad esempio, lo studio di mercato nota che le fonderie e le raffinerie, in termini generali, hanno una tecnologia obsoleta. Piú in generale, nel minerario si impiega un’elevata quantitá di macchinari pesanti, ció che dischiude opportunitá per gli esportatori di macchine utensili adatte per i diversi processi produttivi dell’estrazione mineraria.
Le tecnologie 4.0 consentono operazioni integrate, aumentano la produttività, permettono di ridurre i costi e di aumentare la redditività delle aziende. Facilitano inoltre l’ottimizzazione della gestione degli asset, una migliore gestione e disponibilità delle informazioni tramite la disponibilità di dati online per poter prendere decisioni in settori come la manutenzione, il monitoraggio remoto delle operazioni, i modelli di simulazione per la progettazione ottimizzata.
Far coincidere la domanda cilena con l’offerta italiana è perciò un obiettivo raggiungibile, sottolineano Ambasciata e Ice. L’Italia, infatti, pur non essendo un Paese minerario, produce macchinari e attrezzature per il controllo e l’automazione industriale di altissima qualità.
Il campo di applicazione dei componenti e delle tecnologie meccatroniche per la potenza fluida, la trasmissione di potenza, il controllo e l’automazione intelligente dei prodotti e dei processi industriali copre ampliamente la catena di fornitura di tutti i macchinari di beni strumentali.
Per avere una copia dello studio basta scrivere a santiago@ice.it.
(aise)
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