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Myanmar: 4 anni di carcere ad Aung San Suu Kyi/ La condanna dell’Europa: processo politico


- “Oggi, il presidente Win Myint, il consigliere di stato Aung San Suu Kyi e il sindaco Myo Aung sono stati condannati al carcere in Myanmar. Il loro processo era politicamente motivato. Rappresenta un altro passo verso lo smantellamento dello stato di diritto e un'ulteriore palese violazione dei diritti umani in Myanmar”. Così l'Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, che a nome dell'Unione Europea “condanna fermamente” la sentenza resa nota oggi.

Un “verdetto politicamente motivato”, ribadisce, “che costituisce un'altra grave battuta d'arresto per la democrazia in Myanmar dopo il colpo di stato militare del 1° febbraio 2021”.

Secondo l’Unione, questi procedimenti “sono un chiaro tentativo di escludere i leader eletti democraticamente, tra cui Aung San Suu Kyi e la Lega nazionale per la democrazia, dal processo di dialogo inclusivo richiesto dal consenso in cinque punti dell'ASEAN”. L'Unione europea “ribadisce il suo pieno sostegno agli sforzi in corso dell'ASEAN e dell'inviato speciale della presidenza dell'ASEAN, in stretta collaborazione con l'inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite”.

“Le azioni dei militari – denuncia Borrell – mostrano un completo disprezzo per la volontà del popolo, espressa chiaramente nelle elezioni del novembre 2020. Dal 1° febbraio, il popolo del Myanmar ha respinto in modo schiacciante il golpe militare e ha dimostrato il suo incrollabile desiderio di essere una Nazione in cui lo stato di diritto, i diritti umani e i processi democratici siano rispettati, protetti e sostenuti. L’aver fallito, finora, nel ripristinare la democrazia, situazione aggravata dalla pandemia di COVID-19, da violenze e conflitti diffusi, sta spingendo il paese verso una crisi umanitaria su larga scala”. Per questo, sottolinea Borrell, “è imperativo che le autorità militari del Myanmar consentano un rapido ritorno del Myanmar sulla via della democrazia”.

L'Unione europea, conclude l’Alto rappresentante, “ribadisce i suoi urgenti appelli per il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici e di tutti coloro che sono detenuti arbitrariamente dopo il golpe”. (aise)

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