Nel cuore del Vulture, vulcano ormai spento, Melfi si erge come esempio di città federiciana per eccellenza, all'estremo nord della Basilicata. Qui l'imperatore Federico II di Svevia scelse il castello normanno svevo come residenza estiva, un luogo perfetto per praticare il suo hobby preferito, la falconeria. Nelle stesse terre è stato girato il capolavoro del 2003 di Gabriele Salvatores “Io non ho paura”, tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Il passato storico del borgo, la cui bellezza è stata immortalata nel film di Salvatores, si nota innanzitutto dalla cinta muraria, unica nell'Italia meridionale e circondata interamente da antiche mura normanne con torrioni di avvistamento. Le case, invece, sono dominate dal già citato castello normanno-svevo, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale del Vulture Melfese "Massimo Pallottino", in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture Melfese, come ad esempio le raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica che compongono corredi funerari di VII-III sec. a.C., con armature in bronzo, ornamenti in argento, oro, ambra e vasi in bronzo di produzione greca ed etrusca. Di particolare interesse anche le chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia (XIII secolo) scavate nel tufo, oltre alla splendida cattedrale di Santa Maria Assunta in stile svevo bizantino gotico e dal soffitto a cassettoni decorato in oro. Completano la visita il Museo Diocesano, la casa natia di Francesco Saverio Nitti (presidente del Consiglio e ministro, nonché uno dei più importanti fautori del meridionalismo) e Porta Venosina, da cui si gode di un meraviglioso panorama. Melfi, tuttavia, vuol dire anche tradizioni culturali, come nel caso del corteo storico “La Festa dello Spirito Santo” e il “Convegno Nazionale di Falconeria”, e profonde radici culinarie. Qui i sapori sono oggetto di una cura particolare, a partire dal “Marroncino”, castagna che si può assaporare solo alle pendici del Vulture. Quest'area della Basilicata, inoltre, è la patria dell’Aglianico del Vulture DOC, vino inebriante e prestigioso dal colore rosso rubino. Tra i sapori da non perdere spiccano la pasta e il pane preparati a mano a partire dal grano duro delle campagne di Melfi e l'olio ottenuto dalla varietà di olive “Ogliarola del Vulture”, che cresce su suolo vulcanico. Al termine della scoperta di Melfi, ogni visitatore potrà lasciarsi stupire dalla natura circostante, magari spostandosi a cavallo o seguendo i sentieri da trekking. Gli stessi sentieri percorsi dall'armata del brigante Crocco quando occupò la cittadina nel 1861. Tra dolci salite, antichi tratturi, boschi incontaminati come quello di Laviano e viste panoramiche mozzafiato, tra usignolo, nibbio, volpe e cinghiale, la bellezza fiabesca di Melfi conquisterà qualunque cuore.
COME ARRIVARE:
Gli aeroporti più vicini sono quelli di Bari e Napoli Capodichino. A Melfi si trova una stazione ferroviaria. In automobile da Roma: autostrada del sole A1-A16, uscita Candela, seguire le indicazioni Melfi; da Bologna: autostrada del sole A14, uscita Foggia, seguire le indicazioni Potenza; da Napoli o Bari: autostrada del sole A16, uscita Candela, seguire le indicazioni Melfi.
ALTRI LUOGHI DA VISITARE:
Da vedere la Riserva Naturale di Grotticelle, dove si trova la curiosa Panchina Gigante. Da vedere anche i laghi di Monticchio.
(9Colonne © IESTV.TV 282)(Greenqualitaly)
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