LIONE - La mostra della Scuola Mosaicisti del Friuli, la cui inaugurazione si è svolta lo scorso 22 novembre (e rimarrà aperta per i prossimi 6 mesi) negli storici locali degli Archivi Municipali di Lione, è “un successo”. Parola di Danilo Vezzio, presidente del Fogolar Furlan Lione.
L’italianità a Lione è di casa. La città francese è infatti una città d’arte, e lo è anche per la bellezza dei mosaici (friulani) che arricchiscono edifici religiosi e civili. Si tratta di mosaici monumentali realizzati da artigiani-artisti friulani presenti a Lione già negli anni 1850. Le famiglie Mora, Facchina, Bertin erano ricercatissimi mosaicisti e vi lavorarono intensamente.
“La nostra vecchia scuola si è straordinariamente ringiovanita e la sua vitalità la mettiamo in mostra per la seconda volta a Lione, la prima era nel 2000 in occasione del bi-millennio della città, ora per il suo centenario”, spiega Vezzio.
L’importante evento di Lione ha visto la presenza dell’Assessore alle Finanze della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, del presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Loris Basso, del presidente e del direttore della Scuola Mosaicisti del Friuli, Stefano Lovison e Gian Piero Brovedani, assistiti da Simonetta d’Este e Christian Canciani.
Presenti anche l’Assessore alla Cultura della Città di Lione, il Console Generale d’Italia, il direttore “des Archives Municipales de Lyon”, che ospita la mostra, la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura e tante altre autorità di ogni livello.
“I mosaicisti friulani hanno fatto di Lione una Città d’Arte di livello mondiale questo grazie ai loro mosaici, sono presenti negli edifici religiosi e civili – ha spiegato ancora Vezzio -. Si parte dai pavimenti alla veneziana, ci si innalza sino alle cupole rivestite alla bizantina, nulla da invidiare a Ravenna, o Venezia, sono mani friulane che hanno fatto di questa città multi-millenaria un centro musivo, ma se non lo diciamo, se non lo gridiamo, nessuno lo sa! È venuto il momento di dirlo, di farlo sapere, di evidenziarlo, di dire alla gente, ai turisti del mondo intero chi sono i friulani che hanno realizzato questi capolavori”.
(aise)
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