TORONTO - “La scure si è abbattuta inesorabilmente sulla Laurentian University. A causa del buco di bilancio di circa 300 milioni di dollari sono stati eliminati 69 programmi - 58 undergraduate e 11 graduate - che costituiscono circa un terzo dei corsi offerti dall’ateneo. La serie di tagli, che non ha precedenti, ha visto anche un buon numero di docenti, circa 80 - anche se un conteggio ufficiale non è stato rilasciato né dal sindacato di facoltà, né dall'università - perdere il posto di lavoro”. Ne scrive Mariella Policheni sul “Corriere canadese”, quotidiano diretto a Toronto da Francesco Veronesi. “Che la situazione fosse sull’orlo del baratro era chiaro da tempo: a febbraio l’università ha dichiarato lo stato di insolvenza. E mentre nei due mesi scorsi i vari livelli di governo non hanno mosso un dito, sono stati negoziati a porte chiuse tagli ai posti di lavoro e ai corsi che sono ritenuti aspetti chiave della ristrutturazione, la prima nel suo genere per un'università finanziata con fondi pubblici. È stato con una videochiamata di gruppo che professori e altro personale hanno appreso che il loro posto di lavoro era stato eliminato. I cambiamenti sono difficili ma necessari e richiederanno un periodo di assestamento, ha dichiarato il presidente dell’ateneo Robert Haché. Scienze politiche, filosofia, fisica, scienze ambientali ed entrepreneurship sono solo alcuni dei corsi cancellati con un colpo di spugna. Ad essere colpito dai tagli, secondo l’università, sarà circa il 10% degli studenti undergraduate mentre il 44% di quelli graduate dovranno fare i conti con la soppressione dei loro corsi. L’ateneo di Sudbury continuerà ad offrire 107 corsi per gli studenti undergraduate e 33 per quelli graduate. Delusione, tristezza, sconcerto è quel che provano il giorno dopo aver incassato il colpo docenti e studenti le cui facoltà non troveranno più posto alla Laurentian University. Ma anche rabbia. L’Ontario Confederation of University Faculty Associations non riesce a mandar giù questo boccone amaro e senza mezzi termini chiede le dimissioni del ministro dei College e delle università. “Se Ross Romano avesse fatto il suo lavoro, non ci sarebbe stato nessuno di questi tagli - ha detto Rahul Sapra, presidente dell'organizzazione - Romano e il governo Ford conoscevano da mesi, se non da anni, la gravità delle difficoltà finanziarie di Laurentian”. La Canadian Association of University Teachers ha chiesto ai governi federale e provinciale di aiutare la Laurentian University. “Tutto questo è devastante. Una moltitudine di programmi di un'istituzione pubblica vengono tagliati (e altri decimati). Quando decideranno di intervenire il primo ministro Justin Trudeau e il premier Doug Ford?”, recita il suo comunicato. Al momento non abbiamo informazioni circa il destino del dipartimento di Italianistica, che è frequentato da circa 200 studenti ed è motivo di orgoglio per tutta la comunità italiana: abbiamo cercato di raggiungere Christine Sansalone, professore associato dell’Italian Department of Modern Languages and Literatures, ma sino al momento di andare in stampa non avevamo ricevuto risposta”. (aise)
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