Il 23 febbraio scorso è stato inaugurato il Laboratorio Leopardi dell’Università di Potsdam, il cui obiettivo è realizzare la prima traduzione integrale in tedesco dello Zibaldone di pensieri, corredato da un commento critico che si propone di indagare il rapporto tra l’opera leopardiana e la cultura tedesca.
Il progetto, nato su iniziativa dell’ex direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino recentemente scomparso, Luigi Reitani, è diretto da Cornelia Klettke, professore ordinario di Romanistica presso l’Università di Potsdam, in collaborazione con Franco D’Intino, docente ordinario presso l’Università La Sapienza di Roma e direttore del Laboratorio Leopardi dello stesso Ateneo, con il coordinamento scientifico del ricercatore italiano Carlo Mathieu e il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Germania.
“Oggi celebriamo l’inizio di un percorso affascinante che l’Ambasciata d’Italia è orgogliosa di patrocinare”, ha affermato nel suo intervento l’ambasciatore d’Italia a Berlino, Armando Varricchio. Lo “Zibaldone” è l’opera poetica e filosofica che ha accompagnato Giacomo Leopardi per buona parte della sua vita adulta, di cui mancava finora la versione integrale in lingua tedesca: il “Laboratorio Leopardi” si pone l’ambizioso obiettivo non solo di colmare questa lacuna, ma anche di rappresentare un ponte culturale tra Italia e Germania, affiancando alla traduzione un commento critico per illuminare gli stretti rapporti tra l’opera leopardiana, le sue radici classiche e la cultura tedesca coeva all’autore: dalla poesia di Goethe, Schiller, Hölderlin, Novalis al pensiero dei fratelli Schlegel, di Kant, Leibnitz e di Wilhelm von Humboldt. Come messo in evidenza dall’ambasciatore Varricchio, “questo progetto contribuisce quindi a evidenziare ulteriormente la dimensione europea della figura intellettuale di Giacomo Leopardi”.
Nell’occasione sono state ricordate le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione degli Stati Generali Lingua e Creatività italiana nel mondo il 29 novembre scorso: “[…] il genio di scrittori di opere di affascinante valore e perdurante modernità ha conferito dignità all’idioma italiano prima ancora che le istituzioni lo adottassero come lingua nazionale. L’italiano in altri termini è figlio della creatività ed è strumento espressivo di questa creatività, apprezzata e ammirata a livello internazionale”. (aise)
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