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Italiani in Repubblica Dominicana: un ponte vivo tra storia ed emigrazione



ROMA - Un libro che testimonia il rapporto tra la Repubblica Domenicana e l'Italia. Un libro che rappresenta un “ponte vivo” tra due Paesi: di solidarietà, di fratellanza, di storia, geografia, scienza e non solo. E soprattutto di emigrazione italiana. È questo, in estrema sintesi, il concetto che è alla base del libro “L’eredità italiana nella Repubblica Dominicana, Storia, Architettura, Economia e Società”, presentato questa mattina nella “Sala Caduti di Nassirya”, in Senato. Pubblicato da Allemandi Editore per le edizioni italiana e spagnola e da St. Joseph University Press per l’edizione accademica statunitense, il libro è stato voluto e curato da Andrea Canepari, diplomatico, già Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Dominicana. La presentazione odierna, promossa dal Senatore eletto in Sud America, Fabio Porta, oltre che dell’autore ha visto la partecipazione anche del Senatore eletto in Australia, Francesco Giacobbe, e della deputata eletta in Nord e Centro America, Fucsia Fitzgerald Nissoli. Oltre a loro sono intervenuti anche l’Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia, Tony Raful Tejada, e il segretario culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo-Latinoamericana – IILA, Jaime Nualart. Il libro si compone di 48 saggi di 48 autori diversi. Una grande “sinfonia” fra tutti gli aspetti dell’emigrazione italiana nel paese centroamericano. Tra questi ci sono docenti, studiosi e rappresentanti istituzionali (il Presidente della Corte costituzionale e dei Ministri degli Esteri e dell’Industria della Repubblica Dominicana, fra gli altri, ma anche le prefazioni dei Ministri italiani agli Affari Esteri, Di Maio, e alla Cultura, Franceschini). Illustra con autorevolezza scientifica come la comunità italiana abbia plasmato alcuni dei caratteri identitari del paese centroamericano partecipando alla costruzione delle architetture politiche, sociali ed economiche che hanno contribuito alla costruzione dell’attuale paese: dalla Marina e dall’indipendenza nazionale alla chiesa cattolica, dall’educazione all’economia, dalle prime elezioni libere al primo giornale, dall’architettura all’arte, al cinema, dalla musica alla letteratura, dall’agricoltura al commercio. È un lavoro che vuole “gettare una nuova luce sulle qualità degli italiani all'estero”, ha affermato Canepari. “Si parla di grandi personaggi, passati e anche presenti”. E si parla soprattutto di quanto questi italiani abbiano portato le loro capacità lontano dall’Italia, forgiando i paesi di destinazione, anche, rappresentando una parte importante nel processo di sviluppo dello stesso paese, creando un ponte che rimane vivo fra due paesi e due popoli lontani geograficamente ma resi vicini con l’apporto dei connazionali che lì si sono recati. “Da tempo lavoro con le nostre collettività e ho visto quello che hanno portato nel mondo – ha affermato l’ex Ambasciatore italiano a Santo Domingo -. Mentre lo vedevo e lo studiavo, mi sentivo un po’ come un archeologo, perché questo lavoro non era per niente conosciuto”. E la “conoscenza” è fondamentale per Canepari. Fondamentale “per fare luce sulla storia e sulle ricchezze dell’Italia e per costruire ponti”. Ed è fondamentale anche per “creare consapevolezza nei migranti attuali che possono guardare al passato per pensare il futuro”. Il libro è stato scritto durante il periodo del covid. Anche in virtù di questo, sono stati realizzati dei fumetti illustrativi, che hanno dato “uno prezioso strumento educativo alle scuole del paese centroamericano”. Il principale quotidiano del paese, infatti, ha distribuito tante copie fra i ragazzi, così come fatto dalla chiesa episcopale. In questo modo hanno permesso ai ragazzi di appassionarsi alla storia. E non lo hanno fatto solo coi ragazzi italo-discendenti, ma con tutti, in modo da creare ancora più “amici dell’Italia”. “Noi dobbiamo essere orgogliosi degli emigrati italiani in ogni declinazione, nuova e vecchia – ha sottolineato l’ex Ambasciatore in RD -. Portano tecnologie ed esperienze. Però - ha evidenziato - ognuno conosce solo il proprio settore, non si conosce la sinfonia, l'opera completa”. Proprio per cercare questa sinfonia fra tutte le sfere dell’emigrazione nostrana in RD, per cercare di capire la "storia completa", l’Amb. Canepari si è impegnato in questo lavoro di ricerca e studio. “Quando sono arrivato (l’Ambasciata è stata riaperta dopo due anni di chiusura nel 2017, con l’arrivo di Canepari, ndr) c'erano connazionali che chiedevano servizi letteralmente accampati fuori dalla nostra sede. Poi, il Maeci ha fatto un enorme sforzo, ha riaperto la sede ed è stato un successo. Ce l'abbiamo fatta tutti insieme”. Prima del curatore del volume, ad aprire la presentazione ci ha pensato Giacobbe, che ha salutato gli astanti leggendo un passaggio della prefazione di Canepari in cui ha riscontrato “tante similitudini con l’Australia e con tanti altri paesi”. Secondo il senatore dem, infatti, è facile, per gli italiani che vivono all'estero, trovare tratti comuni con le storie narrate nel libro, a prescindere dal paese. I connazionali nel mondo, infatti, “eccellono in tutti i settori, realizzano progetti e più di tutto innovano ad ogni latitudine”. “Un’abilità – secondo Giacobbe - che deriva da secoli. E queste abilità vengono riassunte in questo libro”. Come italiani “abbiamo contribuito a plasmare i paesi dove abbiamo scelto di abitare, dove il “vivere all'italiana” è diventato parte di quei paesi”. Per queste ragioni, secondo Giacobbe “questo libro si può adattare a tutti i paesi che gli italiani hanno scelto come i propri paesi adottivi”. È intervenuto poi anche Tony Raful Tejada, Ambasciatore dominicano a Roma, che ha spiegato: “quando si parla dell’eredità italiana in RD, ci si riferisce ai legami tra le due nazioni”. Il lavoro di Canepari è, a suo parere, un “lavoro metodico”, che “ha fatto della sua presenza a Santo Domingo una presenza integrata”. L'ambasciatore Domenicano ha poi ricordato la figura, su tutte, di Giovanni Bautista Cambiaso, ammiraglio genovese fondatore dell’Armata Dominicana che combatté durante l'indipendenza del paese, e in generale ha voluto ribadire quanto gli italiani siano stati importanti nella storia del paese dalla metà dell'ottocento in poi. Una storia contraddistinta da legami più che stretti tra i due paesi. Il libro è infatti “un'opera che mette in luce la cultura condivisa. Un universo di bellezze storiche e culturali che vincolano i due paesi e forgiano i legami di solidarietà e fratellanza”. Intervenendo, l’On. Nissoli ha ringraziato l'Amb. Canepari anche per il lavoro che ha svolto da Console a Filadelfia, negli Stati Uniti. E soprattutto, lo ha voluto ringraziare “per la divulgazione che ha fatto nei paesi in cui ha lavorato”, facendo conoscere l’importanza delle comunità italiane nei paesi dove risiedono. “In 100 anni di relazioni, le comunità italiana e dominicana si sono integrate e gli italiani hanno contributo tanto”. Anche secondo l’eletta all’estero questo testo “è un testo fondamentale”, poiché rappresenta un lavoro che “spiega l'importanza di mantenere vivo il legame tra questi due paesi”. E inoltre, è un lavoro che “resterà come punto di riferimento per capire perché i due paesi sono così uniti”. Anche il segretario culturale dell’IILA Nualart ha voluto ringraziare l'Amb. Canepari. Specie perché nel 2021 avevano potuto presentare questo volume in via telematica: “è stata un'iniziativa significativa perché è stata la prima volta che abbiamo utilizzato i nuovi strumenti online per presentarlo. E ci ha dato la possibilità di rincontrarci per la prima volta dopo lo scoppio della pandemia”. Nualart ha voluto poi sottolineare il valore del libro, grazie anche alle personalità importanti coinvolte da Canepari: “sono 48 saggi che mettono in rilievo la presenza e il contributo degli italiani in tutti i settori. Un lavoro molto meritevole”. Ha preso parola poi il senatore Porta, che ha voluto rimarcare l’importanza del volume specie per il tema della “sinfonia” nel raccontare dell’emigrazione italiana in RD. “Avremo bisogno di tante sinfonie o di una grande sinfonia per propagandare il vissuto degli italiani nel mondo a tutte le latitudini”. È proprio questo il punto centrale per il senatore dem: prendere questo volume come esempio per divulgare le competenze dei connazionali che hanno viaggiato per il mondo e che hanno preso parte allo sviluppo dei paesi in cui si sono fermati a vivere. Questo libro è infatti “un insegnamento multidisciplinare, perché non è solo storia, ma anche geografia, architettura, cultura”. Ed è utile, o forse addirittura necessario, per dare “consapevolezza” agli italiani in Italia, e all’Italia tutta, del ruolo dei connazionali all’estero. “Senza conoscenza non si può fare promozione. E l'Italia deve conoscere”. “Quando ho iniziato la mia missione in Repubblica Dominicana ho pensato sarebbe stato importante fare conoscenza, creare questo ponte vivo – ha detto in chiusura di conferenza, rimarcando lo stesso punto del Sen. Porta, l’Amb. Canepari -. Le nostre collettività sono serie, ma non sempre vengono prese con serietà. Sono serie le nostre storie ed è seria l'Italia. E anche questo libro è serio”.



(aise)


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