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Iscritti Aire e concorsi pubblici

ROMA - Gli iscritti Aire potrebbero sostenere all’estero la prova per partecipare ad un concorso per un impiego nella pubblica amministrazione italiana. È quanto segnala Federica Onori, deputata 5 Stelle, in una interrogazione ai Ministri per la pubblica amministrazione, degli esteri e della giustizia, Zangrillo, Tajani e Nordio. Nella premessa, la deputata ricorda che “una importante comunità di cittadini italiani vive all'estero: al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) risultano essere 5.806.068, il 9,8 per cento degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia” e che “come sancito dall'articolo 97 della Costituzione, agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. Tale disposizione rappresenta una pietra miliare in relazione alla centralità del principio del merito nel nostro ordinamento”. Onori, quindi, riporta “segnalazioni rispetto a una problematica che affligge i cittadini italiani emigrati all'estero interessati a partecipare a concorsi pubblici indetti dalle amministrazioni italiane. La questione risulta essere afferente alla convocazione dei candidati sulla base della residenza dichiarata nella domanda di partecipazione; si cita in particolare il concorso del Ministero della giustizia “Concorso pubblico, per titoli ed esami, su base distrettuale, per la copertura a tempo determinato di milleseicentosessanta unità di personale non dirigenziale dell'area funzionale terza, fascia economica F1, da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia” (Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, Anno 163° – Numero 26) da cui di fatto si evince che il principio della vicinanza geografica tra il luogo di residenza e quello della prova sia stato contemplato solo per i candidati residenti all'interno del territorio nazionale; in particolare, secondo quanto segnalato all'interrogante, una potenziale candidata emigrata all'estero ha visto Milano come sede d'esame assegnata e nonostante abbia chiesto formalmente di poter sostenere la prova presso il Consolato Generale d'Italia a Londra o altro ente/ufficio ritenuto idoneo a tal fine, senza tuttavia ricevere alcuna risposta”. Onori chiede quindi di sapere “se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti; se non si ritenga opportuno svolgere ogni necessario approfondimento ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, per appurare l'entità del fenomeno descritto così come eventuali disparità di trattamento e/o violazione del principio di non discriminazione” e, infine, “quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per evitare il ripetersi di situazioni analoghe”. (aise)

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