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“Ipotesi di raffigurazione”: l’omaggio dell’IIC di Madrid al genio di Pasolini


MADRID - Nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini e di PHotoESPAÑA 2022, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid presenta il progetto “Pasolini. Ipotesi di raffigurazione”, una mostra italo-spagnola, in cui artisti dei due Paesi dialogano idealmente intorno alla figura tanto profonda quanto enigmatica di Pier Paolo Pasolini. L’esposizione si inaugura nel pomeriggio di oggi, 16 giugno, alle 19.30, e sarà aperta al pubblico dal 17 giugno al 10 settembre nelle sale dell’Istituto Italiano di Cultura.

Nel corso degli anni l’IIC di Madrid ha dedicato moltissime iniziative sulla figura del grande intellettuale; con questa mostra si è voluto riflettere sul Pasolini presente, per trovare insieme una risposta alla domanda su quanto le parole, l’opera, l’immaginario di Pasolini - a 100 anni dalla nascita e 47 dalla sua morte - siano ancora oggi capaci di impressionare e ispirare intellettuali, artisti, gente comune.

Con questa chiave interpretativa, Marco Delogu, affiancato da Andrea Cortellessa e Silvia De Laude, ha elaborato un percorso costruito intorno a cinque tematiche pasoliniane - sopralluoghi, autoritratti, fascismo eterno, terre di mezzo, periferie - in cui le orme del grande intellettuale vengono avvistate e decifrate attraverso le lenti di nove straordinari artisti contemporanei: Jordi Barreras, Elisabetta Benassi, Jacopo Benassi, Marco Delogu, Jorge Fuembuena, Alberto García-Alix, Pino Musi, Sabrina Ragucci e Giovanna Silva.

Sono diverse le tecniche, diverse le sensibilità, ma tutti sembrano convergere sul significato quasi ancestrale e mistico dei luoghi: fisici, come le periferie romane; sospesi come le terre di mezzo; ma soprattutto luoghi dell’anima, in cui la metamorfosi dei paesaggi in volti si porta a pieno compimento.

Marco Delogu ha inoltre deciso di affiancare a questo percorso immagini dal prezioso archivio Giuseppe Garrera e Plinio De Martiis, in cui si può vedere Pasolini nel suo quotidiano, nella sua dimensione terrena e carnale, immerso in un’Italia diversa da oggi ma attraversata dalle stesse ferite, contraddizioni e speranze.

"Spesso si parla del Pasolini profeta, ma a noi piace più pensare al Pasolini Poeta che", spiegano dall'Istituto, "con le sue parole, fatte di lettere, di immagini e fotogrammi, ha colto, tracciandole e commentandole, le linee di un cammino impervio ma maledettamente attraente e misterioso: quello dell’umanità.

(aise)


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