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Intervista con Generoso: Storie di italiani emigrati all'estero - VIDEO


"Oggi parliamo con Generoso D'Agnese, giornalista scientifico che da anni studia la storia dell'emigrazione italiana all'estero: Generoso ci spiega come è cambiata l'emigrazione italiana, quali sono le regioni più interessate da questo fenomeno, quali sono i motivi che hanno spinto (e spingono) gli italiani a lasciare il proprio paese, e ci racconta storie di viaggi davvero incredibili !"

E' la presentazione di questa bella intervista a cura del canale Youtube "Italiano per tutti"


STIAMO CARICANDO UN BEL VIDEO PER TE:


Il giudice di Soweto – di Generoso D’Agnese

Il messaggero di Sant’Antonio


PADOVA ““I miei nonni materni lasciarono l’Italia negli anni Venti del secolo scorso quando c’era il boom dell’oro in Sudafrica. Il bisnonno era stato sindaco di Avigliana (Torino), ma il nonno, nel 1928, con l’avvento del fascismo, scappò in Africa trovando lavoro nelle miniere d’oro di Sub-Nigel, in una piccola città chiamata Nigel, nella provincia del Gauteng. Qui nacque mia madre. Poi lei fece il percorso inverso di emigrante, tornando in Italia e lavorando per un po’ a Torino dove conobbe mio padre. Con lui ripartirono alla volta del Sudafrica per sposarsi a Nigel”. È con voce segnata dall’orgoglio che Dario Dosio sfoglia l’album dei ricordi di famiglia. Nella città di Nigel è nato anche lui, nel 1966. Oggi i cittadini del Paese africano lo chiamano con deferenza “giudice Dosio”, e nella città del Gauteng ha mosso i primi passi dei suoi studi che lo hanno poi portato alle più alte cariche delle istituzioni giuridiche”. Ad intervistare Dosio è stato Generoso D’Agnese per il “Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero” di marzo. ““Amo definirmi sudafricano d’origine italiana – ammette –. Ho sempre avuto legami con le mie radici italiane perché c’era e c’è tuttora una comunità molto grande di italiani a Nigel. Da bambino frequentavo il Nigel Italian Club, e avevo molti contatti con bambini e adulti emigrati dall’Italia. Ho inoltre ancora forti legami con l’Italia, soprattutto in Piemonte”. Laureatosi alla Wits University di Johannesburg, Dario Dosio ha iniziato la sua carriera nel 1991 presso i tribunali penali distrettuali, per poi diventare pubblico ministero nel 1994. Dopo aver vinto il concorso in magistratura, ha scelto di lavorare a Soweto, la tristemente nota township della rivolta razziale del 1976. “Nessuno voleva venirci, ma non ho mai rimpianto quella scelta. Mi sono offerto volontario per lavorare a Soweto per dodici anni poiché c’è sempre stato bisogno di sradicare la violenza sessuale di genere. E sono diventato vicesegretario generale dell’Associazione internazionale per il trattamento dei reati sessuali (Iatso) con sede a Vienna”. Nel 2008 il giudice Dosio è riuscito a portare in Sudafrica la conferenza biennale, ospitando oltre cento psichiatri forensi di tutto il mondo per dibattere sui temi legati alla violenza sessuale di genere. Nei giorni precedenti la conferenza, Dosio coordinò un seminario presso la prigione di Goodwood, a Città del Capo, permettendo agli psichiatri forensi di trascorrere del tempo con gli addetti della sicurezza penitenziaria, e di insegnare loro diverse tecniche su come riabilitare i criminali sessuali. Dosio è stato nominato giudice permanente dell’Alta Corte di Johannesburg. Il giudice mantiene ben salde le proprie tradizioni in famiglia, a partire da quelle gastronomiche. In casa Dosio, il venerdì è rigorosamente dedicato alla preparazione della bagna cauda, e negli altri giorni non mancano mai le lasagne e i ravioli fatti a mano. Analoga attenzione viene riservata ai temi sociali che riguardano le migrazioni e lo scambio di esperienze tra varie comunità. “Dopo aver iniziato il mio lavoro al Dipartimento di Giustizia sudafricano, due miei amici molto cari, Maurizio Mariano e Riccardo Pinna, mi hanno chiesto di presentare una relazione sulla “fuga dei cervelli” a un convegno che si teneva a Philadelphia, negli Stati Uniti. Il Sudafrica ha sperimentato questo fenomeno alla fine degli anni Novanta. C’è sempre stata molta ammirazione per gli italiani emigrati in Sudafrica, e basta vedere quante strade e ponti sono stati costruiti dagli ingegneri e dagli operai specializzati italiani. Dopo essere tornato dal convegno di Philadelphia, ho deciso di fondare un’associazione di giovani professionisti italo-sudafricani, e ho organizzato molti eventi sociali per promuovere la cultura italiana tra i sudafricani d’origine italiana e per trasmetterla anche ad altri sudafricani. Un impegno – conclude Dosio – che mi assorbe molto, ma che continuerò con grande passione in segno di stima e di affetto per le mie radici italiane””. (aise - IESTV.TV )





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