– In una nota il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone interviene esprimendo critiche sui risultati relativi alla preiscrizione nelle liste elettorali dei connazionali che intendono partecipare alle elezioni dei 120 Comites, dei quali 109 ordinari e 11 di nuova istituzione, istituiti in 108 diverse sedi diplomatico-consolari. In primo luogo Schiavone rileva i problemi legati alle presentazioni delle liste: “25 liste escluse, sono stati presentati due ricorsi al tribunale amministrativo di Roma e senza margini di sanatorie saranno lasciati scoperti e non rappresentati diversi territori”. Il Segretario Generale esprime poi delusione per la riduzione della partecipazione degli elettori: “gli optanti sono risultati 177.835 su 4.732.741 elettori, ovvero il 3,76% degli aventi diritto al voto. Si tratta di 80’000 iscritti in meno rispetto alle ultime elezioni dei Comites del 2015, che a loro volta avevano registrato un discusso e mai metabolizzato salasso democratico indietreggiando dal 34,6% al 3,6%, che tanto ha influito sull’agibilità degli attuali Comites. Il replicarsi di questi numeri – continua Schiavone – configurano un danno d’immagine e di credibilità difficilmente recuperabile da questa istituzione se non prima passeranno almeno due generazioni di cittadini”. Per Schiavone bisognerà dunque ripensare i ruoli e le funzioni dei Comites, un rinnovamento da portare avanti nella prossima legislatura parlamentare. Dal Segretario Generale viene poi criticato l’attuale Governo Draghi per aver portato avanti le elezioni dei Comites, nonostante le difficoltà connesse alle ristrettezze sanitarie, alla campagna informativa, e alla debolezza della rete diplomatico-consolare alle prese con i ritardi amministrativi prodotti dalla pandemia. Secondo Schiavone inoltre il mondo degli italiani all’estero, che va rigenerato, ha bisogno di “una politica dedicata, di un rappresentante di governo a tempo pieno”. Dal Segretario Generale viene anche rilevata l’insufficienza delle risorse messe a disposizione, circa 8 milioni di euro, per le elezioni dei Comites e per la sperimentazione del voto elettronico, a fronte di una platea di connazionali iscritti all’Aire di 6,5 milioni, ovvero più del 12% dell’intera popolazione italiana. Di questi – precisa il Segretario Generale – 3,3 milioni di italiani vivono in Europa, oltre 2,2 milioni in America Meridionale, circa 550.000 nel Nord e Centro America, mentre 175.000 sono i connazionali in Oceania e i rimanenti 175.000 sono distribuiti tra Africa e Asia”.
“La posta in gioco per le elezioni dei Comites – prosegue Schiavone – è semplice: è la scelta di 12 o 18 rappresentanti volontari delle comunità italiane nel mondo, il cui compito richiede un impegno diretto per rappresentare ufficialmente alle ambasciate o ai consolati le istanze delle comunità presenti nella circoscrizione consolare di residenza, e per agevolare l’integrazione dei nostri connazionali nei nuovi paesi di residenza. Si tratta di organismi italiani istituiti nel 1985 dopo anni di battaglie delle nostre comunità e perciò vanno valorizzati e messi in condizione di poter svolgere la loro missione e riconoscere le loro prerogative Perciò, per questa tornata elettorale si auspicava una significativa partecipazione di elettrici e elettori, per rinvigorire questi organismi e allineare le rappresentanze alle aspettative delle oramai composite e numerose comunità.
Nei paesi di antichi insediamenti, nei quali le esigenze dei nostri connazionali sono semplici e modeste, queste rispondo alla riscoperta della lingua dei padri, delle origini culturali, valoriali e identitarie. Altre sono quelle dei connazionali residenti in Europa dove la diffusa libertà di movimento spinge gli italiani a concorrere alla definizione di una identità e di una cultura comunitaria e ampia; invece, diverso è il rapporto con il Bel Paese e con le istituzioni italiane per chi vive nel paese delle infinite libertà e delle tante opportunità. I Comites possono rappresentare la nuova frontiera della rappresentanza e dei diritti per coloro che si sono trasferiti in Asia, dove gli aspetti culturali e i regimi politici mal tollerano presenze straniere organizzate. Radicati e da rafforzare nelle funzioni sono i Comites australiani e dell’oceania.
L’impegno nei Comites – conclude Schiavone – è tanto più efficace quanto maggiore è il consenso attribuito ai programmi elettorali e ai singoli candidati. Con i numeri registrati la strada dei futuri Comites è in salita e oltre all’esigenza di ridefinirne natura e missione, nell’immediato servirà evitare il proliferare di coacervi di interessi particolari, che con le prevedibili debolezze dei nuovi Comites potrebbero causarne l’implosione. I Comites sono indispensabili per tenere assieme gli interessi dell’Italia e dei suoi cittadini”. (Inform)
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