“In un secolo, tra il 1871 e il 1980, emigrarono 6,5 milioni di donne italiane. Generalmente si considerano le partenze femminili come semplici risposte alla chiamata di mariti e padri partiti in precedenza e oramai stabilitisi all’estero, rientranti pertanto nei casi di ricongiungimento familiare.
Così, mogli e figlie partono per ricongiungersi con gli uomini di famiglia, assumendo
dunque nella scelta un ruolo passivo di soggetti che non decidono in autonomia di emigrare e di trasferirsi all’estero in modo definitivo.
Il fenomeno migratorio offre dunque scarsa visibilità e importanza al ruolo della donna, relegata all’interno dei meccanismi decisionali in una posizione esclusivamente secondaria”.
A sostenerlo è Claudio Falleti nel libro dal titolo “L’esodo. L’emigrazione italiana nelle Americhe dal 1861” (€ 13,00 – pag. 96 -Infinito edizioni).
Il ruolo della donna nell’emigrazione è senz’altro passivo ma allo stesso tempo, continua Falleti, “alcune tradizioni culturali italiane sopravvivono nelle Americhe soprattutto grazie alle donne che le hanno tramandate. Si pensi, ad esempio, alle tradizioni culinarie all’interno delle famiglie, alle feste religiose, che costituiscono fattori fondamentali all’affermazione del senso di appartenenza culturale e alla conservazione dell’identità. Nel bagaglio della migrante vi sono le sue tradizioni, le sue origini, il desiderio di rimanere radicata a un punto fermo, sia questo rappresentato dal ricordo del paese natale o piuttosto dall’orgoglio di essere italiana”.
Claudio Falleti ne “L’esodo. L’emigrazione italiana nelle Americhe dal 1861” ricostruisce fatti storici, politici ed economici e racconta le imprese di tanti italiani nel Nuovo Mondo: gli esploratori, gli esuli dei moti rivoluzionari, i migranti economici che coniarono il motto “il primo anno agricoltore, il secondo inquilino, il terzo proprietario”, anche se non sempre questa previsione si è avverata. Il libro si chiude con le risposte alle domande più frequenti poste dai discendenti di quegli italiani che oggi chiedono il riconoscimento della cittadinanza.
Claudio Falleti (Alessandria, 1980), avvocato, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università del Piemonte Orientale con Menzione d’Onore discutendo la tesi Analisi dei flussi migratori e ripercussioni sul sistema economico nazionale.
Esercita la professione tra Italia e Spagna ed è vicepresidente generale dell’Organizzazione mondiale degli avvocati oltre che Alto Commissario per la Repubblica Italiana. È stato insignito del Premio Quality Awards Asel 2018-Matera Capitale Europea della Cultura per essersi distinto in campo legale internazionale.
(aise)
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