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IL DANTEDÌ IN SVIZZERA PARLA QUATTRO LINGUE



ZURIGO - In occasione del secondo “Dantedì” internazionale, che nel 2021 segnerà anche il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, il Forum per l’italiano in Svizzera sta organizzando un evento che coinvolgerà l’intero territorio elvetico e metterà in contatto le diverse lingue e culture nazionali. A tal scopo sono stati individuati quattro siti, uno per ogni regione linguistica, per rievocare non solo le tre cantiche della Divina Commedia (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ma anche il destino del Dante autore. Partendo dalla Svizzera francese, la scelta del luogo di messa in scena del maestoso Inferno è ricaduta sull’imponente Creux du Van; quanto alla Svizzera romancia, sarà nella ridente Val Lumnezia che verrà riproposta la placidità della regione più nobile del Purgatorio, laddove si colloca anche il paradiso terrestre; alla Svizzera italiana e in particolare alla vetta del Monte S. Salvatore spetterà il compito di portare lo sguardo dello spettatore sempre più in alto, offrendo una vista sul Paradiso; infine, nella Svizzera tedesca sarà Baden a ricordare che il capolavoro dantesco fu composto nei duri anni di esilio dell’autore dalla sua Firenze, dal momento che la città medievale costituisce uno dei luoghi principali di emigrazione italiana in terra elvetica. Nella giornata del 25 marzo in ognuna delle località prescelte, dopo il saluto iniziale di autorità politiche internazionali, nazionali, cantonali e locali, verranno invitate ad esibirsi personalità del mondo della cultura e del mondo dello spettacolo, le quali leggeranno e commenteranno, in italiano e nella lingua del luogo, alcuni versi danteschi. Accompagnano l’iniziativa le stupende illustrazioni realizzate dall’artista italiano Marcello Toninelli, in arte Marcello, già autore dell'opera “Dante. La Divina Commedia a fumetti”. Si parte dunque la mattina, dalle ore 10.00 alle 11.00, con l’Inferno. Lo spettacolare anfiteatro roccioso del Creux du Van rappresenta la scenografia naturale ideale per riprodurre le Malebolge, l’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco. Marcello Toninelli ha ambientato proprio qui la prima tappa “elvetica” del suo mitico Dante, un vero e proprio classico della storia del fumetto italiano. Con l’immancabile Virgilio al suo fianco e lo sguardo un po’ intimorito, Dante ci invita ad osservare la scena che si presenta alle sue spalle. Tra i personaggi si riconoscono, oltre a Paolo e Francesca, il temibile Minosse, giudice infernale, e varie altre figure mitologiche tra cui, in primo piano, Capaneo, fulminato da Zeus, e Caco, nelle sembianze del centauro, ucciso da Ercole proprio come Gerione, serpe volante col volto umano che si erge in cielo dall’abisso del Creux du Van. Interverranno il consigliere federale, Alain Berset, il ministro italiano per i Beni Culturali, Dario Franceschini, la consigliera di Stato Dip. Educazione, Monika Maire-Hefti, l’ambasciatore d’Italia a Berna, Silvio Mignano, il docente di Letteratura italiana all’Università di Friburgo, Paolo Borsa, e l’attore Omar Porras. Il viaggio “svizzero” di Dante e Virgilio prosegue sui luminosi e verdi sentieri alpini della Val Lumnezia. Dalle 11.00 alle 12.00 i suoi ruscelli, boschi e prati fioriti offrono una splendida cornice per il Purgatorio dantesco, conducendo i nostri pellegrini alle porte del Paradiso terrestre. Ad attenderli sulle sponde del Lete, con tanto di cartello in mano, Matelda, uno dei più misteriosi personaggi della Divina Commedia. Poco discosto da lei ecco invece Stazio, che da qui in poi guiderà Dante attraverso il Purgatorio. Dal cielo intanto irrompe un angelo guardiano emulatore di John Wayne, mentre sullo sfondo, davanti alla cascata, scorgiamo Aracne trasformata in ragno per aver osato sfidare la dea Minerva. E il drago? Il drago è quello che fa capolino nella vicenda allegorica del carro narrata nel XXXII canto del Purgatorio. Interverranno Jon Domenic Parolini, consigliere di Stato del Canton Grigioni, Gabriele Altana, console generale d’Italia a Zurigo, Daniel Solèr, sindaco del Comune di Lumnezia, Chasper Pult, docente universitario per la lingua retoromancia, i cantautori Alex Nay e Marcus Hobi e la cantautrice Astrid Alexandre. Ed eccolo Dante, in compagnia della sua Beatrice, giungere finalmente alle porte del Paradiso: mai cancello fu più azzeccato di quello di Parco Ciani, dietro al quale, al di là del lago, si erge l’inconfondibile sagoma del Monte San Salvatore, e, ai suoi piedi, il comune, appunto, di Paradiso. Qui, dalle 14.00 alle 15.00, ad attendere con le chiavi in mano Dante e Beatrice, manco a dirlo, San Pietro; ai suoi fianchi San Giovanni e San Giacomo. In cielo sopra le loro teste il Trionfo di Maria con la Vergine circondata dagli spiriti beati mentre ascende all’Empireo. Più in là, sullo sfondo, ecco invece Cacciaguida, trisavolo di Dante, morto in Terrasanta combattendo con i crociati. Interverranno Manuele Bertoli, consigliere di Stato del Canton Ticino, Mauro Massoni, console generale d’Italia a Lugano, i sindaci di Paradiso e di Lugano, Ettore Vismara e Marco Borradori, lo scrittore Fabio Pusterla e Daniele Finzi Pasca, attore e regista teatrale. Il Dantedì in Svizzera si concluderà all’insegna dell’esilio di Dante, dalle ore 15.00 alle 16.00, in compagnia di Jean-Pierre Gallati, direttore DSS Canton Argovia, Regula Dell’Anno-Doppler, vicesindaco di Baden, Franco Narducci, già deputato del Parlamento italiano, Miranda Secco, presidente AVIS Baden, Johannes Bartuschat, docente di Letteratura italiana all’Università di Zurigo, il cantautore Pippo Pollina e i musicisti Roberto Petroli e Stefania Verità. Nel lungo esilio da Firenze che caratterizzò gli ultimi anni della sua vita (1303-1321), Dante peregrinò per varie corti e città medievali. Qui lo ritroviamo a Baden, di passaggio lungo la untere Halde, l’antica via che conduce al ponte di legno sul fiume Limmat. Tra i personaggi che segnarono l’esilio di Dante riconosciamo sua moglie Gemma Donati con i tre figli Jacopo, Pietro e Antonia. Dietro papa Bonifacio VIII, presso il quale Dante si era recato in missione diplomatica nel 1302 senza poter in seguito mai più rientrare a Firenze, scorgiamo Ser Petracco, amico di Dante e padre di Francesco Petrarca. Infine ecco anche l’immancabile Beatrice. Sullo sfondo si erge il campanile della chiesa cattolica “Maria Himmelfahrt” nonché le mura e il tetto della Sebastianskapelle. Dai primi anni del Novecento in poi questi stessi luoghi accolsero moltissimi emigrati italiani, dopo che con la fondazione della Brown Boveri Baden era divenuta uno dei più importanti snodi industriali della Svizzera. (aise)


19/03/21

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