ROMA - G20 di Roma: Biden , Johnson e Macron parlano di un bicchiere mezzo pieno, anche se colui che nel bicchiere ha versato “sostanza e non blablabla” preferisce parlare di buon compromesso. Così, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, a cui sono arrivati apprezzamenti da tutto il mondo, preferisce restare con i piedi per terra e si concede un “sei e mezzo” di incoraggiamento.
Si è concluso, dunque, senza svolte storiche il vertice che ha visto riuniti a Roma i capi di stato e di governo dei 20 Paesi più grandi del mondo, ma con “risultati”, che se non raggiungono le aspettative dei più ottimisti vanno comunque in quella direzione. Risultati ottenuti in un’edizione che si è sviluppata tra negoziati frenetici e incessanti, continui confronti bilaterali e numerose riunioni a più partner, oltre, ovviamente alle plenarie da programma. Sullo sfondo, suggestivi e ben organizzati eventi culturali.
Risultati dicevamo. Approvata la global tax. Si tratta della cosiddetta “minimum tax”, un’imposta globale sulle multinazionali, che i leader del G20 hanno approvata nel vertice di Roma dopo anni di trattative. Andrà a tassare in particolare i colossi del web , da Amazon a Facebook , con un'aliquota minima del 15% sugli utili delle multinazionali. Con l’obiettivo di mettere fine al continuo trasferimento di questi ricavi alla propria sede fiscale nel paese dove il trattamento è più favorevole. L'intesa, questa sì storica, sulla Global tax ha già prodotto effetti positivi nelle relazioni fra Stati Uniti ed Europa, grazie ad un "accordo transitorio" siglato da ben sei Paesi: Stati Uniti, Italia, Francia, Spagna, Austria e Regno Unito.
In base a questo accordo, infatti, i Paesi firmatari si impegnano ad abolire le tasse sui servizi digitali e gli USA, a loro volta, si impegnano ad abolire i pesanti dazi del 25% su alcune categorie di prodotti, in attesa che l'accordo definitivo sulla Global Tax entri in vigore nel 2023.
L'intesa inoltre consentirà di riattribuire ai Paesi del mondo intero i benefici per oltre 125 miliardi di dollari realizzati da 100 aziende multinazionali tra le più grandi e più redditizie al mondo, sottolinea l'Ocse.
Il G20, inoltre, ha trovato l'accordo sul clima che fissa a 1,5 gradi il tetto massimo per il riscaldamento globale. Accordo che prevede l’impegno - non l'intesa - per il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. “Come G20” ha commentato il presidente Draghi, “abbiamo la responsabilità di mostrare la nostra leadership e guidare il mondo verso un futuro più sostenibile.Vinciamo o falliamo insieme.” . A tal fine, i leader del G20 riaffermano l’ impegno per una piena ed effettiva implementazione del Unfccc e dell'accordo di Parigi. E si confermano nello sforzo per limitare l'innalzamento delle temperature anche impegnandosi a raggiungere l'obiettivo ambizioso di piantare mille miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del pianeta entro il 2030. Ora si guarda a Glasow.
Sui vaccini. Per conseguire pienamente l’obiettivo di una vera ed equa ripresa, tutti i leader hanno sostenuto che è necessario abbattere le diseguaglianze fra Paesi ad alto e basso reddito nella disponibilità e nella distribuzione dei vaccin. L’obiettivo, posto dall’Oms e annunciato dal presidente Mario Draghi nel suo discorso introduttivo, prevede di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro il 2021 e almeno il 70% della popolazione globale entro il 2022. Un obiettivo che è stato condiviso da tutti i leader del G20”. Non secondario l'obiettivo dei Paesi del G20 di ampliare l'elenco dei vaccini autorizzati per l'uso di emergenza, continuando a tutelare la salute pubblica e garantendo la privacy e la protezione dei dati. Inoltre, i finanziamenti per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie devono diventare più adeguati, più sostenibili e meglio coordinati e richiedono una continua cooperazione. Tenendo presente anche, dicono i G20, che, dopo l'impatto del Covid nel 2020, quest'anno l'economia globale sta vivendo sì una ripresa "sostenuta", grazie alle campagne vaccinali e al continuo sostegno delle politiche fiscali, tuttavia, la ripresa rimane molto divergente tra e all'interno dei paesi ed esposta a rischio ribassoschio legato alla possibile diffusione di nuove varianti di Covid-19 e ritmi di vaccinazione irregolari. In conclusione, i Grandi confermano la loro "determinazione a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per tutto il tempo necessario per affrontare le conseguenze negative della pandemia" e si impegnano "a sostenere la ripresa, evitando il ritiro prematuro delle misure di sostegno, preservando la stabilità finanziaria e la sostenibilità di bilancio a lungo termine", utilizzando tutti gli strumenti disponibili per tutto il tempo necessario per affrontare le conseguenze negative della pandemia , preservando la stabilità finanziaria e la sostenibilità di bilancio a lungo termine.(aise)
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