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Friulani nel mondo: Fvg ed Efasce commemorano il cardinale Costantini


"Il cardinale Celso Costantini rappresenta una figura di cui si sente la forte mancanza, in questo preciso momento storico in cui stiamo vivendo una guerra alle porte di casa caratterizzata dall'assenza di dialogo e di confronto. La sua capacità di costruire ponti tra Oriente e Occidente lo rende un uomo di estrema attualità per il modo in cui seppe aprire nuove strade tra culture allora assai differenti". Lo ha detto l'assessore di Regione Friuli Venezia Giulia ai Corregionali all'estero, Pierpaolo Roberti, partecipando alla conferenza stampa dei giorni scorsi organizzata dalla Diocesi di Concordia-Pordenone, per le celebrazioni previste in onore del Cardinale Celso Costantini, cofondatore e primo Presidente dell'associazione degli emigranti Efasce nel 1907, a cento anni dalla sua partenza per la Cina avvenuta nel 1922.

Alla presenza di Juan Ignacio Arrieta, Segretario del pontificio consiglio per i testi legislativi, Bruno Fabio Pighin, delegato episcopale per la causa di beatificazione del Cardinale Celso Costantini, Marino Rossi, direttore dello Studio teologico del Seminario in Pordenone, intitolato al "Cardinale Celso Costantini" e di Adel Nasr, postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio Cardinale Celso Costantini, l'esponente dell'Esecutivo regionale ha posto in risalto la contemporaneità del cardinale pordenonese.

"La guerra che è scoppiata non lontana da noi - ha detto Roberti - per essere superata ha bisogno di dialogo e confronto, elementi questi che hanno caratterizzato la missione dell'alto prelato pordenonese quando, cento anni fa, partì per la Cina in qualità primo Delegato Apostolico in quella terra".

Roberti si è poi soffermato sull'obbligo morale ed etico che ha la Regione nel sostenere le associazioni dei corregionali all'estero per mantenere i contatti con quanti hanno lasciato il Friuli Venezia Giulia e ora vivono in altre zone del mondo. "Gli emigranti di seconda, terza e quarta generazione - ha spiegato l'assessore - partiti alla ricerca di fortuna all'estero, probabilmente non torneranno più nelle loro terre d'origine perché ormai hanno affondato le radici nei nuovi Paesi che li hanno ospitati. Mantenere il contatto con loro è importante non solo per una questione affettiva ma anche perché rappresentano delle nostre "sentinelle" al di fuori dei confini nazionali. Una testimonianza di ciò è quanto accaduto durante il periodo della pandemia, quando grazie anche ai nostri corregionali in Cina è stato possibile elaborare un progetto per il reperimento delle mascherine e di vario altro materiale".

"C'è poi la nuova emigrazione dei giovani studenti che vogliono maturare un'esperienza professionale all'estero o degli imprenditori che decidono di andare ad investire in altre zone del mondo - ha concluse Roberti - mantenere i contatti con loro significa anche fare in modo che il bagaglio culturale maturato altrove possa poi essere messo a disposizione del Friuli Venezia Giulia nel caso in cui queste persone decidano di tornare nella nostra regione".


(aise)

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