"Abbiamo cercato di conoscere il turista delle radici, capire quali sono le sue aspettative, i suoi bisogni e anche i livelli di soddisfazione, per dare delle indicazioni utili a chi si occupa di pianificazione strategica di marketing e per attirare questo segmento turistico". Così Sonia Ferrari, docente di marketing turistico dell'Università della Calabria, sintetizza la ricerca effettuata, in collaborazione con il Ministero degli Esteri e con altre università (Mar del Plata, Torino, Bari e Messina), e illustrata oggi al convegno La via del turismo delle radici (o di ritorno) in Senato. "Abbiamo cercato di cercare di lavorare sia in Italia che all'estero, adottando metodologie di tipo qualitativo e quantitativo, e abbiamo svolto una serie di ricerche che riguardano oltre le caratteristiche principali del turista, il livello di coinvolgimento e sensibilità degli stakeholder, in particolare degli operatori pubblici, come si comunica sul web e quali potranno essere le future linee di ricerca".
Questo perché, spiega la dottoressa Ferrari, l'ambito del turismo di ritorno "è importantissimo per tutta l'Italia e in particolare per il Mezzogiorno. Anche perché la vecchia forma di emigrazione è oggi sostituita da nuove forme di emigrazione, come quella intellettuale, che sono molto significative per i territori e dobbiamo cercare di mantenere sempre un contatto forte, una relazione viva con queste persone che sono andate via e con i loro discendenti, che sono persone che poi ci sostengono e hanno un rapporto molto equilibrato e positivo con il territorio". Anche secondo i risultati della ricerca, ancora inedita, "è una forma di turismo sostenibile socio-culturale" e coloro che la praticano "sono anche dei testimonial che promuovono i propri luoghi di origine, e possono contribuire a rivitalizzare i borghi spesso abbandonati".
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