La cittadina di Cagli risulta di antica fondazione, come attestato dal ritrovamento di numerosi reperti tra i quali i bronzetti etruschi e italici del IV secolo a.C., scoperti in un santuario pagano nei suoi pressi, e tra i quali figura la nota Testa di Cagli conservata nel Museo archeologico nazionale delle Marche in Ancona. Il borgo poi entrerà nel dominio romano sfruttando la propria posizione strategica sulla via Flaminia. Dal VI secolo, sotto il dominio bizantino, Cagli diviene uno dei capisaldi della Pentapoli annonaria assieme alle città di Gubbio, Fossombrone, Urbino, Osimo e Jesi, entrando successivamente a far parte del territorio della Chiesa. Si costituisce dal XII secolo come libero comune, diventando teatro di scontri tra guelfi e ghibellini, che finirono per distruggere con un incendio la cittadina (ricostruita a partire dal 1289). Testimonianza tangibile della presenza dei Montefeltro sul territorio è il Torrione Martiniano, struttura superstite di una fortificazione ideata da Francesco di Giorgio Martini su commissione del duca Federico da Montefeltro. Si tratta di una maestosa Rocca del XV secolo, di cui rimangono i resti in posizione sopraelevata rispetto al piano cittadino, e del Torrione, inserito nella cinta muraria medievale. Le due strutture sono collegate tramite un camminamento sotterraneo, il “soccorso coverto”, ancora interamente percorribile. Sono da vedere anche il Ponte Mallio, una delle più imponenti costruzioni romane della Flaminia, e vari palazzi nobiliari: il Palazzo Pubblico (diviso in Palazzo Maggiore, detto anche Palazzo Grande, sede della Magistratura cittadina, e Palazzo del Podestà, attiguo alla Chiesa di San Giuseppe, edificati nel 1289), che ospita il Museo Archeologico della Via Flaminia; il Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli dalla sconosciuta data di costruzione, sede nel Seicento dell'Accademia degli Inculti e, successivamente, di una colonia dell’Arcadia (oggi sede del Polo Culturale d’Eccellenza e del CESCO - Centro di Documentazione del disegno e della maquette della scultura contemporanea); e il Palazzo Tiranni-Castracane. Da vedere anche il Teatro Comunale, raffinato esempio di “teatro all’italiana”, inaugurato nel 1878 con l’esecuzione dell’opera “Il Violino del Diavolo” scritta per l’occasione dal compositore Agostino Mercuri da Sant’Angelo in Vado. Tra le numerose chiese, invece, spiccano: la Concattedrale di Santa Maria Assunta del 1292, la Chiesa di Sant'Angelo Minore del XIV secolo e la Chiesa di San Francesco edificata tra 1234 ed il 1240 (che detiene il primato di fondazione francescana più antica delle Marche). Ma il fascino di Cagli non termina con gli edifici di interesse storico, ma si completa con natura, radici culturali e piatti tipici. Merita una menzione speciale la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, un'ampia fenditura che separa i monti Paganuccio e Pietralata, aperta dal fiume Candigliano che ha eroso la roccia nel corso dei secoli. Per quanto riguarda le feste tradizionali, va citata la Festa della pipa, inaugurata nel 2000 per promuovere e far conoscere ogni estate l'arte della lavorazione della pipa, e il Palio storico giuoco dell'oca ad agosto, nato a partire dal 1987 per rievocare l'omonimo gioco che si svolgeva a Cagli già dal 1543 con una sfida tra quattro differenti quartieri. Infine, vale la pena approfondire i numerosi piatti tipici che arricchiscono i palati degli abitanti: astici con peperoni dolci, baccalà con salsa verde, foglie di salvia fritte, salsa ai tomini, stoccafisso all'anconetana e vincisgrassi (variante regionale delle lasagne al forno). Sono tutte ottime motivazioni per raggiungere Cagli e viverne le bellezze.
COME ARRIVARE:
L'aeroporto di riferimento è quello di Perugia (51 km), mentre le stazioni ferroviarie sono quelle di Pesaro, Fossato di Vico e Fabriano. In automobile: prendere l'A14 (da nord in direzione di Ancona e da sud in direzione di Napoli), uscire a Fano, continuare sulla SS73Bis/E78 in direzione Roma, proseguire sulla SP 3 seguendo indicazioni per Cagli.
ALTRI LUOGHI DA VISITARE:
Da vedere le caldare a sud del borgo. Per gli amanti della natura incontaminata, è imperdibile l'area del Sentiero delle Ammoniti e dell'Orrido dei Cupi di Fiamma.
Queste pagine sono curate dall'Osservatorio di Ass.: ITALIANO ALL'ESTERO
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