Si terrà martedì prossimo, 26 ottobre, alle ore 18.00, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, la conferenza “Giustizia difficile” del Procuratore Generale Militare Marco De Paolis, a cura di Angelica Giribaldi. Durante l’incontro, De Paolis sarà a dialogo con Udo Gümpel, giornalista e autore televisivo tedesco che vive in Italia dal 1985 e che dal 2009 è corrispondente dall’Italia per l’intero gruppo della TV tedesca RTL, riguardo i processi per i crimini di guerra tedeschi in Italia. L’evento è organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo in collaborazione con la Procura Generale Militare di Roma e si svolge nel rispetto della regola delle 2 G (completamente vaccinati oppure guariti dal CoVid19), emanata dal Senato della Città Liebera e Anseatica di Amburgo con decorrenza 26 agosto 2021. La partecipazione alla conferenza è gratuita, ma possibile solo su prenotazione scrivendo una mail al seguente indirizzo: events@iic-hamburg.de, avendo cura di indicare il proprio nome e cognome, indirizzo e numero di telefono, come richiesto dalle norme vigenti per il contenimento della pandemia da Covid 19. Il volume Giustizia difficile che sarà oggetto della conferenza del 26 ottobre è il primo della collana I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia, composta da tre volumi. Gli altri due volumi si intitolano: Sant’Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Viella ed., 2016, scritto da Marco De Paolis e Paolo Pezzino e Cefalonia il processo, la storia, i documenti, Viella ed., 2018, autori Marco De Paolis e Isabella Insolvibile. La collana è parte delle iniziative dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri - Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea per il 70° anniversario della Resistenza, ed è realizzata con il contributo della Regione Toscana. Il perseguimento dei crimini di guerra commessi durante l'occupazione tedesca in Italia contro la popolazione civile e all'estero contro i soldati italiani in prigionia tedesca è un problema molto complesso. Pur essendo stata, ed essendo tutt'ora, una questione importante – su una scala ideale di valori, questi crimini sono certamente tra i più gravi nell'ordinamento giuridico italiano (come negli ordinamenti giuridici di tutti gli altri Stati) – ha avuto una storia straziante: decine di migliaia di famiglie che sono state duramente colpite dalla terribile tragedia della seconda guerra mondiale, e dalla violenza sanguinosa di questi crimini, non hanno ancora ricevuto una risposta. Tranne pochi casi eclatanti, come Kappler per le Fosse Ardeatine, Reder per Marzabotto e altri eccidi, la maggior parte dei crimini non è stata oggetto di condanna o di processo. Gli Alleati abbandonarono il progetto di punire i massimi responsabili delle forze armate tedesche in Italia, e gli Italiani ben presto posero fine alla stagione processuale sui crimini di guerra commessi sulla popolazione italiana tra il 1943 e il 1945, archiviando illegalmente le centinaia di fascicoli giudiziari. Questo avvenne a cura del procuratore generale militare nel 1960, che dispose l‘archiviazione degli atti in una stanza di Palazzo Cesi a Roma, sede della Procura generale militare, adducendo quale motivazione, la Ragion di Stato (la protezione dei criminali di guerra italiani e le culture militari poco sensibili al tema della difesa dei civili in guerra e l‘impegno a proteggere l’immunità dei combattenti in divisa). La stanza che custodiva queste pratiche fu definita da attivi giornalisti che la scoprirono nel 1994 l’“armadio della vergogna”. In un’intervista televisiva, Udo Gümpel, che prenderà parte alla conferenza del 26 ottobre, intervistava quattro ex appartenenti alla sedicesima Divisione Reichsfürer SS, responsabili delle stragi di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto, i quali vivevano nelle loro abitazioni con figli e parenti. Nel 2001 un‘altra giornalista tedesca, Cristiana Koll, pubblicava un approfondito servizio su un giornale tedesco sui fatti di Cefalonia, senza che questo determinasse l’apertura di indagini in Italia, come sarebbe stato ragionevole che fosse, ma in Germania, e solo poi a Roma di rimbalzo. L’impegno giudiziario di Marco De Paolis è animato dal desiderio di rendere giustizia alle centinaia e centinaia di vittime innocenti, bambini e donne, morti in stragi causate da menti criminali. Nominato Procuratore Militare a La Spezia nel 2002, De Paolis inizia a studiare i fascicoli rinvenuti nel cosiddetto “armadio della vergogna”, riuscendo a celebrare tra il 2003 e il 2008 11 processi, proseguiti negli anni successivi. Nel 2008 viene soppressa la Procura Militare di La Spezia e De Paolis continua il suo lavoro prima a Verona e poi a Roma, ottenendo in collaborazione con altri magistrati 57 condanne all’ergastolo in primo grado fino al 2013. L’idea di scrivere questi i tre volumi della collana “I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia” è nata nell’ottica di restituire un contributo didattico alla formazione, all’educazione, all’istruzione dei giovani, e, contemporaneamente per pubblicare i principali atti processuali, che meglio di ogni altro commento possono far luce su quello che è avvenuto, con parole chiare anche ai non addetti ai lavori. Il volume "La difficile giustizia" non si propone di trarre valutazioni, bensì di condividere informazioni, ricostruendo la storia della mancata giustizia postbellica per i crimini di guerra nazisti sul territorio italiano e fornendo uno strumento di conoscenza per le comunità, per i familiari e per i sopravvissuti. Gli atti giudiziari non sono facilmente reperibili e non è facile avvicinarsi agli archivi militari: con questo lavoro gli autori si propongono di fornire strumenti e chiavi di lettura chiare e accessibili, soprattutto per scongiurare i pericoli di travisamento dovuti al difetto di informazione e di oblio e prescrizione culturale. De Paolis ricorda sempre, a chi contesta l’opportunità o la doverosità di compiere questi processi anche a distanza di tempo, che, a parte l’obbligo previsto dall’articolo 112 della costituzione, il lutto, il danno per la parte civile non va mai in prescrizione: “si è orfani per sempre”. Dal dopoguerra ad oggi tali processi, celebrati senza grande clamore mediatico a La Spezia e poi, successivamente, a Verona ed a Roma, sono stati quelli con il maggior numero di parti civili che si siano viste dal dopoguerra ad oggi. Stiamo parlando di fatti che hanno interessato centinaia di migliaia di famiglie italiane, e che, pur essendo orami lontani nel tempo, godono dell’imprescrittibilità. Marco De Paolis è Procuratore Generale Militare presso la Corte d'Appello Militare di Roma. Oltre alla carriera militare, ha scritto numerosi saggi e pubblicazioni scientifiche sul tema dei crimini di guerra e del diritto penale militare. È coautore di diversi volumi della collana "Die Prozesse wegen deutscher Kriegsverbrechen in Italien (1943-2013)". È considerato uno dei massimi esperti nel campo del diritto penale militare. Negli ultimi dieci anni, il Procuratore Generale Militare Marco de Paolis ha aperto la strada alla lotta in Italia contro i criminali di guerra nazisti, portando il maggior numero di casi giudiziari. Marco De Paolis è anche Docente di Diritto Penale, Procedura Penale e Diritto Penale Militare presso l’Accademia Navale di Livorno e presso la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Firenze, e di Diritto Penale Sovranazionale presso l’Università degli Studi di Milano “Bicocca”. Udo Gümpel. giornalista e autore televisivo tedesco nato ad Amburgo. Appena laureatosi in Fisica delle Particelle Elementari nel 1985 si trasferisce in Italia, dove dal 1988 diventa giornalista professionista riuscendo finalmente a realizzare il suo sogno. All‘inizio della sua carriera, ha lavorato con le agenzie dpa e ANSA, poi come autore e corrispondente per l'Italia per il Berliner Zeitung, il Freitag e Stuttgarter Nachrichten. I suoi primi passi in televisione li ha compiuti presso la RAI italiana, poi come regista per la WDR, la RBB e la NDR, dove ha realizzato numerosi lungometraggi e documentari e come corrispondente per un breve periodo in Brasile. Dal 1997 è corrispondnete dall’Italia per N-tv e dal 2009 per l'intero gruppo della TV tedesca RTL. È autore di diversi documentari per ARTE e ARD ed è giornalista investigativo per i programmi televisivi Kontraste e Monitor. Dal 1989 al 2009 ha pubblicato diversi libri. Si è fatto un nome come autore con la APA-Guide di Roma e soprattutto con il suo libro “Il Vaticano consacrazione dei mezzi” sulla misteriosa morte del banchiere del Vaticano, Roberto Calvi. Libro scritto insieme a Heribert Blondiau. (aise)
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