PESCARA - Si terrà fra una settimana esatta, mercoledì 7 settembre, alle ore 21.00 nei giardini di Palazzo D’Avalos di Vasto, all’interno della giornata inaugurale della riunione annuale delle Associazioni degli Abruzzesi nel Mondo del Cram, la 14esima edizione del Premio Internazionale Dean Martin.
A ricevere il premio in questa edizione saranno cinque personaggi di origine abruzzese: Valeria Di Santo Della Penna, Fabrizio Ferri, Anthony Molino, Berenice Rossi e Maurizio Mariano, i quali hanno diffuso le tradizioni della loro terra e hanno contribuito, attraverso il loro talento, alla crescita dei Paesi in cui vivono. Alcuni dei premiati hanno contribuito, inoltre, a tenere viva l’abruzzesità nel mondo anche attraverso la ricerca e lo studio del fenomeno dell’emigrazione.
Il Premio Crocetti – premio in memoria di Gaetano Crocetti, papà di Dean Martin, che viene dato a chi, pur vivendo e operando in Abruzzo, diffonde nel mondo i valori e le tradizioni della terra d’Abruzzo - verrà consegnato a Stefano Angelucci Marino, attore e regista, e a Danilo Di Paolonicola, musicista per l’Orchestra Popolare del Saltarello. I premiati riceveranno il cappello di Dean Martin e una targa con la motivazione del riconoscimento.
Durante la serata, l’Orchestra Dean Martin, diretta dal Maestro Antonella De Angelis, proporrà un viaggio musicale sulle note dei famosi e indimenticabili brani di Dean Martin e Frank Sinatra. Verrà raccontato il viaggio di Gaetano Crocetti, barbiere emigrante montesilvanese, che ha poi trovato successo e fortuna negli Usa grazie anche a suo figlio Dino Paul, attraverso la voce del cantante Valerio Di Rocco. Tra gli ospiti della serata interverrà la cantautrice abruzzese Lara Molino, che presenterà alcuni brani del suo nuovo disco Amoremé, tra cui la sua versione del Vola Vola, in occasione dei 100 anni dalla sua uscita.
I Premiati
Valeria Di Santo Della Penna (Premio riservato ai Presidenti di Associazioni del CRAM): presidente dell’associazione degli Abruzzesi negli Emirati Arabi, nata nel 2018. Dal 2013 è direttore dell’Italian Business Council di Dubai, associazione no profit riconosciuta dal governo e dalla Camera di Commercio dell’Emirato del lusso. È anche presidente dell’Italian Social Club (Associazione Italiana Dubai, www.aidubai.org). l’unica riconosciuta dal governo emiratino con regolare licenza, con lo scopo di favorire le relazioni dal punto di vista sociale. Da oltre 10 anni la signora Di Santo aggrega gli italiani a Dubai attraverso eventi culturali, conviviali e religiosi. E’ diventata un punto di riferimento importante per i nostri conterranei, ricoprendo la carica di Presidente della Associazione "Abruzzesi negli Emirati Arabi Uniti e nei Paesi del Golfo, entrata nel CRAM. Subito dopo l’Expo di Dubai ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con questa motivazione: “per l’impegno personale a sostegno della comunità italiana a Dubai e negli altri Emirati del nord, unito alle spiccate doti di networking, che ne fanno un punto di riferimento cruciale per la riuscita di qualsiasi iniziativa che coinvolga la comunità italiana… Valeria Di Santo si è distinta con il suo impegno a titolo volontario lanciando numerose iniziative culturali, benefiche, filantropiche e di sostegno alle comunità italiana è acquisisce annuali attestazioni di stima e riconoscimento per l’opera svolta non solo verso le comunità italiana ma anche verso la composita comunità di degli Emirati di Dubai nell’importante lavoro di integrazioni tra diverse culture e religioni, anche con meritorie attività di sostegno a coloro che vivono in situazioni di disagio”.
Fabrizio Ferri, anche lui componente del CRAM, in qualità di Presidente degli Abruzzesi in Cina: nato 43 anni fa a Giulianova, laureato in Ingegneria meccanica nel 2002 all’Università di Bologna, nel 2008 ha conseguito un master in Business Administration presso la HULT International Business School di Boston. Nella sua esperienza professionale, nel corso di una carriera internazionale che lo ha portato a lavorare tra Stati Uniti, Europa e Asia, si è confrontato in contesti internazionali con diversi segmenti di business: dalla componentistica per auto e moto ai sistemi di sollevamento industriale fino alle costruzioni navali. Attualmente è il responsabile della regione Asia-Pacifico per Fincantieri SPA ed è amministratore delegato di Fincantieri Cina, Singapore, Vietnam, Indonesia, Malesia, Filippine e Tailandia. Fincantieri è una delle più grandi aziende di costruzioni navali del mondo. Nella sua posizione di CEO di Fincantieri Cina, Ferri è stato incaricato per la costruzione della prima nave da crociera dedicata al mercato cinese. Ferri è anche incaricato di sviluppare tutta la filiera del settore crocieristico insieme a Baoshan comune che funge da ponte tra le PMI italiane e il parco industriale di Boashan. Nel 2022 è stato nominato membro non esecutivo del consiglio di amministrazione di Club deal online, la più grande piattaforma di crowdfunding italiana. Prima di Fincantieri ha lavorato per 10 anni tra Cina, USA ed Europa come dirigente in settori come l’automotive e le attrezzature industriali. Nel 2014 Ferri è stato selezionato per il programma Young Leader del Consiglio USA e Italia, nel 2018 è stato invitato a partecipare alla tavola rotonda Young Leader del forum BOAO e sia nel 2019 sia nel 2020 è stato selezionato per il forum Caixin Global Young Leader a Pechino. A settembre 2019 ha ricevuto il prestigioso Premio Magnolia – Medaglia d’Argento dal Comune di Shanghai per il suo lavoro con Fincantieri in Cina e il suo contributo allo sviluppo della città di Shanghai. Nel 2021 è stato selezionato da Forbes Italia tra i 100 migliori top manager italiani dell’anno.
Berenice Rossi, nata a San Giovanni Lipioni, in provincia di Chieti, il 20 settembre 1956, ha conseguito tre titoli accademici in Filosofia, in Sociologia e in Psicologia Clinica. Da settembre 2016 ad agosto 2019 ha studiato presso La Universidad argentina Torcuato Di Tella in Buenos Aires, conseguendo un dottorato in Storia con il tema dell’emigrazione degli abruzzesi delle province di Chieti e Pescara verso l’Argentina nel secondo dopoguerra (1945/1960). La professoressa Rossi ha deciso alcuni anni fa di trasformare la sua in un viaggio ai confini del mondo, salendo su un aereo e trasferendosi per mesi in Argentina per fare base a Buenos Aires e raggiungere le varie comunità abruzzesi sparse nel vastissimo territorio albiceleste. Lo spunto per la ricerca è arrivato dall’Università Torcuato Di Tella di Buenos Aires. Il suo lavoro di ricerca, terminato con grande successo, le ha permesso di penetrare con grande professionalità le dinamiche delle associazioni abruzzesi presenti sul territorio argentino e di ricostruire tante singole storie per creare infine un puzzle dai multiformi colori esistenziali. Nel suo saggio, che ha pubblicato nel 2021, con il titolo “Le mie due Patrie. Storia e Storie dall’Abruzzo all’Argentina”, prodotto in lingua italiana e spagnola, racconta l’esperienza migratoria di una regione che ancora oggi in gran parte di identifica con i confini della somma degli attuali Abruzzo e Molise, e tra le pagine del libro si dipanano il dolore della partenza, il viaggio, l’arrivo, l’integrazione, l’identità negli adulti e nelle nuove generazioni, il rimpatrio e la vita attuale degli immigrati. Da sempre è stata una profonda conoscitrice e studiosa del tema migratorio e per la pubblicazione del libro, si è aggiudicata alcuni riconoscimenti come il premio internazionale alla carriera dell’Universum Academy Switzerland International University Of Peace di Lugano nel 2021 e il premio Picturas Poesis offerto da IRDI Destinazione arte lo scorso giugno a Firenze.
Maurizio Mariano, nato a Johannesburg nel 1964, con entrambi i genitori abruzzesi originari di Fallo e Villa Santa Maria i quali gli hanno trasmesso un forte attaccamento alla terra natia. Mariano, si è laureato in Legge all’Università di Witwatersrand nel 1989, e gestisce cinque studi legali di cui uno nella capitale. È stato il rappresentante a Roma della comunità italiana in Sudafrica, che è arrivata a 50 mila persone con 300 famiglie di origine abruzzese. Ha poi cominciato a fare politica nel 2002, tra le fila dell’African National Congress (Anc), il partito di Nelson Mandela e vanta numerosi progetti in favore della comunità italiana in Sudafrica. Nel 1990 è stato ideatore, fondatore e presidente dell’Associazione Abruzzo in Sudafrica; dal 1991 al 1997 è stato Membro Elettivo – COMITES Comitato degli Italiani all’Estero. Dal 2004 è organizzatore di oltre 50 incontri ad alto livello sulle relazioni tra l’Italia e il Sudafrica e sulle relazioni tra la Comunità italiana in Sudafrica ed il Governo Sudafricano. Nel 2018 gli è stato conferito il Premio dall’Ambasciatore Sudafricano in Italia, S.E. Shirish Soni “Conferito il Premio per il contributo alla costruzione di un Sudafrica democratico, non razzista e non sessista, da S.E. Shirish Soni Ambasciatore del Sudafrica in Italia”.
Anthony Molino, nato a Filadelfia nel 1957 da genitori originari di Vasto, ma ha trascorso la sua vita facendo la spola tra l’America e l’Italia. E’ uno psicoanalista di formazione anglo-americana e pluri-premiato, traduttore di letteratura italiana in inglese. Da oltre 25 anni vive e lavora in Italia. Da psicoanalista ha collaborato con alcuni degli psicoanalisti più importanti del panorama internazionale (si segnala il suo libro Liberamente Associati: Incontri psicoanalitici con C. Bollas, N. Coltart, M. Eigen, J. McDougall & A. Phillips, Astrolabio, 1999), e suoi libri sono stati tradotti, in italiano, in spagnolo ed ebraico. Come traduttore ha reso in inglese, presso importanti case editrici americane, opere di poeti quali Valerio Magrelli, Lucio Mariani, Mariangela Gualtieri, Alessandro Rosada Alessandro Fo e Antonio Porta, nonché commedie di Manlio Santanelli e Eduardo De Filippo, di cui ha tradotto il celeberrimo Natale in casa Cupiello. Nel 2018, per la sua traduzione de Il diario di Kaspar Hauser di Paolo Febbraro, gli è stato conferito dalla Academy of American Poets - la più prestigiosa istituzione letteraria americana - il Premio Raiziss-DePalchi per la poesia italiana in inglese. Collabora attivamente con la rivista letteraria Journal of Italian Translation della City University di New York, dove in ogni numero presenta il lavoro di un artista italiano contemporaneo. È inoltre un collezionista di opere d’arte oltreché curatore. Come doppiatore ha prestato la propria voce a due documentari su artisti italiani, di cui ha tradotto anche i testi in inglese: Carlo Montesi, pittore (regìa di L. Salimei, 2010), e Alla ricerca di Marion Greenstone (regìa M. Agostinelli, 2011). Di prossima pubblicazione è un suo volume dedicato ad uno dei Maestri del ‘900 italiano, Paolo Masi, di cui curerà ad ottobre una importante mostra presso uno dei più importanti centri espositivi nazionali, il Dipartimento di Arti Visive (DAV) di Soresina.
Premio “Gaetano Crocetti”: Stefano Angelucci Marino attore e regista; Danilo Di Paolonicola (musicista) per l’Orchestra Popolare del Saltarello.
Stefano Angelucci Marino, attore, regista, autore e organizzatore di stagioni teatrali, fondatore 27 anni fa del Teatro del Sangro e di due scuole di teatro, dirette dalla compagna nell’arte e nella vita Rossella Gesini, Teatro Studio Lanciano e Teatro Studio Vasto. Ha contribuito attraverso i suoi spettacoli sull’emigrazione a divulgare e a tenere viva la tradizione abruzzese nel mondo. Ha diffuso la storia dell’emigrazione abruzzese in molte sue produzioni realizzando delle tournèe nelle comunità degli abruzzesi nel mondo del Sudamerica e in particolar modo in Argentina, dove collabora con la Fedamo. Attraverso lo spettacolo Tanos con Rossella Gesini è riuscito ad entrare nel cuore delle persone perché oltre alla classica storia degli italiani che riescono a farcela all’estero, sono entrati con delicatezza in una ferita ancora aperta per l’Argentina, il dramma dei desaparecidos, in cui gli italiani di origine hanno pagato un prezzo altissimo alla dittatura militare.
Danilo Di Paolonicola, 44 anni, abruzzese di Teramo, fisarmonicista. Il 28 dicembre scorso ha pubblicato Abruzzo, primo disco ufficiale dell’Orchestra Popolare del Saltarello. Otto brani, molti dei quali famosissimi anche fuori regione, nei quali Di Paolonicola ha dimostrato che la musica è un’arte senza tempo e che le canzoni popolari, quelle che si ballano alle feste paesane, possono diventare musica colta. Voci potenti, che da un abruzzese stretto improvvisamente volano nel jazz o raggiungono accenti blues, saltarelli che si fondano in metriche jazz, escursioni balcaniche alla Bregović, strumenti mediterranei come il bouzouki greco uniti a percussioni sudamericane. Sempre con un accento originario forte, ben marcato, quella dell’Orchestra Popolare del Saltarello resta pur sempre una musica da ballo, canzoni che uniscono, creano comunità, condividono gioie e dolori, amori e fatica (non a caso i live dell’Orchestra sono sempre accompagnati da ballerini professionisti, a testimonianza del serio lavoro storico che sta alla base dell’operazione creativa).
(aise)
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