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A Tunisi un documentario sulla storia dei Tabarchini


Il documentario “Tabarchini, la storia del mare che unisce” del regista tuniso-italiano Habib Mestiri è stato presentato in prima assoluta lo scorso 30 novembre alla Cineteca della Cité de la Culture di Tunisi. Il film ricostruisce attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, la storia di Tabarka e dell’epopea della popolazione di origine ligure, i “Tabarchini”, insediata fin dalla metà del XVI secolo nella città situata nel nord della Tunisia al confine con l’Algeria.

Il film – all’interno del quale è presente, sia in apertura sia in chiusura, un intervento dell’Ambasciatore d’Italia a Tunisi Lorenzo Fanara – è stato girato in Italia, Spagna e Tunisia, grazie al sostegno dei Ministeri della Cultura italiano e tunisino, dell’Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino e dell’Istituto Italiano di Cultura in Tunisia.

Si tratta del primo film prodotto nell’ambito del Fondo di sviluppo della coproduzione cinematografica tunisino-italiana, istituito nel maggio 2018 nell’ambito dell’accordo bilaterale di coproduzione cinematografica del 1988 tra la Tunisia e l’Italia.

La proiezione del documentario, della durata di 70 minuti, è stata preceduta da una presentazione del regista, dall’intervento dell’Ambasciatore Fanara e di rappresentanti dei Ministeri della Cultura e del Turismo.

La storia dei Tabarchini, che si tramanda di generazione in generazione, è un esempio emblematico di condivisione di cultura e di tradizioni nel Mediterraneo, motivo per cui Italia, Spagna e Tunisia ne hanno richiesto l’iscrizione nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Nel 1544, Carlo V, in seguito ad un trattato firmato con l’allora Bey di Tunisi, che gli concedeva l’autorizzazione a fondare roccaforti sulla costa tunisina e pescare il corallo, favorì l’insediamento di un gruppo di genovesi, originari di Pegli, sull’isolotto di Tabarka, che divenne rapidamente un prospero centro commerciale gestito dalla potente famiglia Lomellini. La popolazione, che visse lì per quasi 200 anni e contò fino a 1.800 persone, era impegnata nella pesca del corallo e nel commercio di prodotti regionali, tra cui il grano che veniva esportato a Genova.

Nel 1738, a causa dell’esaurimento dei banchi corallini e di conflitti con la popolazione locale, gran parte dei tabarchini si trasferì in Sardegna dove fondò la città di Carloforte. Mentre altri diedero origine ad altre due comunità: una a Calasetta, sempre in Sardegna, e l’altra a Nueva Tabarca al largo di Alicante, in Spagna.

I “Tabarchini”, che crearono una comunità con caratteristiche originali che integrava le proprie tradizioni con abitudini della cultura locale, non hanno mai dimenticato la loro patria africana e, dal 2008, i legami con Tabarka si sono rafforzati. (aise)

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