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BRASILE - manuale di sopravvivenza


“Scusi dove pensa di andare a piedi?”. Questa è la domanda che il solerte e gentilissimo portiere del Gloria, storico hotel nella “barra do Flamengo”, Rio de Janeiro, era solito fare a tutti i turisti che, ignari, desideravano sgranchirsi le gambe sul lungomare carioca. Sulle orme di Albert Einstein che al Gloria dormiva ogni volta che veniva a Rio, in quell’hotel 5 stelle - ormai chiuso dal 2010 per il blocco dei lavori di ristrutturazione dovuti al fallimento dell’ex miliardario/proprietario Eike Batista - anche chi scrive vi ha soggiornato nel 2007 e, naturalmente, si è sentito rivolgere la stessa domanda alle dieci del mattino. Subito un attimo di rabbia e il pensiero “ma che vuole questo”, poi la spiegazione civilissima del portiere: “Per la sua sicurezza è meglio che ovunque voglia andare le chiami uno dei nostri taxi, vuole una limousine?” L’episodio, in sé poco rilevante, è in realtà la punta di un iceberg dietro il quale si cela il dramma della violenza, urbana ma non solo, in Brasile sia per chi ci vive ma ancora di più per chi ci viene a passare le vacanze o semplicemente un breve periodo. Video di Paolo Manzo

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